Con il suo petto arancione e il suo canto frizzante, il pettirosso (Erithacus rubecula) è una delle specie più frequenti in Svizzera. Una presenza gradevole in boschi, giardini e zone residenziali, che ha saputo conquistare il cuore di tutti. Questo uccellino ci accompagna durante tutto l’arco dell’anno, ma gli individui che osserviamo in estate non sono necessariamente gli stessi che vediamo in inverno: in autunno la maggior parte dei pettirossi svizzeri si sposta nel bacino del Mediterraneo per approfittare del clima più caldo, mentre altri giungono in Svizzera da regioni più settentrionali per trascorrere l’inverno qui da noi. Per attirare i pettirossi nei nostri giardini è opportuno optare per siepi fitte con un denso sottobosco o arbusti spinosi. Tali strutture garantiscono loro dei siti di nidificazione e li proteggono dai gatti. Il pettirosso apprezza inoltre tutte le strutture che attirano gli insetti (importante fonte di cibo), così come la presenza di arbusti con bacche, come il sambuco, il sorbo degli uccellatori o il biancospino, che offrono cibo in autunno.
Oltre al suo aspetto, anche il suo canto è molto apprezzato. Al mattino presto, il pettirosso è uno dei primi uccelli a iniziare a cantare ed è uno dei rari uccelli che canta anche in autunno e nelle giornate invernali soleggiate, per difendere il suo territorio. Sia i maschi, sia le femmine ci deliziano con le loro melodie durante la stagione fredda.
Immagini e canto del pettirosso dagli archivi RSI
Natura Amica, Tony Flaadt e Gemma Fumasoli 10.11.1991, 18:00
Ben presente in miti, leggende e nella letteratura in genere, secondo le credenze popolari, quando un pettirosso fa capolino alla finestra annuncia l’arrivo della stagione fredda e della neve. Per i popoli del Nord era uno dei simboli di Thor, Dio del tuono, portatore di fulmini e tempeste. Territoriale e per nulla timido, nella tradizione celtica il pettirosso simboleggia invece il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio anno a quello nuovo.
Se potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano
...
Emily Dickinson
L’immagine del pettirosso è spesso associata al Natale e utilizzata come simbolo d’amore sulle cartoline d’auguri. Secondo una leggenda cristiana, inizialmente i pettirossi erano tutti grigi. Fino a quando uno di loro, rifugiatosi nella stalla della Sacra Famiglia a Betlemme, notò che il fuoco che la riscaldava stava per spegnersi e iniziò ad agitare le ali per ravvivarlo. Il pettirosso continuò così tutta la notte e riuscì a scaldare la stalla in cui Gesù dormiva beato. Il mattino seguente l’uccellino fu ricompensato dallo stesso Gesù, che gli regalò un petto rosso per ringraziarlo dell’amore che gli aveva dimostrato.
Una tipica immagine natalizia raffigurante un pettirosso
Da oltre un ventennio BirdLife Svizzera elegge verso fine novembre l’uccello dell’anno, una selezione curata generalmente da un gruppo di esperti e appassionati ornitologi. Ma quest’anno, in occasione del 25° anniversario di questa ricorrenza, per la prima volta è stato chiesto alla popolazione di votare il proprio volatile preferito. A imporsi è stato il pettirosso: un bel regalo di Natale!
A proposito di Natale, il Giardino di Albert vi regala in anteprima un bel documentario sull’avifauna del Parco nazionale di Varanger, in Norvegia, un vero e proprio hotspot di biodiversità!
Le ali del Nord
Giardino di Albert / Claudio e Michela Gazzaroli 24.12.2024, 12:49