Natura e Animali

Blobfish, da re dei brutti a pesce dell’anno

Incoronato animale più brutto del mondo anni fa, è stato ora eletto pesce dell’anno in Nuova Zelanda. Scopriamo chi è e qual è il suo vero aspetto

  • 26 marzo, 15:41
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Tre esemplari di pesci blob, con la loro tipica espressione triste - Nella foto: Psychrolutes phrictus

  • National Oceanic and Atmospheric Administration (da Wikipedia)
Di: red. giardino di Albert/Christian Bernasconi 

L’evoluzione non seleziona necessariamente gli animali più belli, o per lo meno non belli secondo gli stessi criteri di bellezza che consideriamo importanti noi esseri umani. No, le forze della selezione operano da milioni di anni favorendo in genere la sopravvivenza delle specie meglio adattate al loro ambiente naturale. Il pesce blob (Psychrolutes marcidus) illustra perfettamente questo concetto.

Tanto per cominciare, nel 2013 è stato eletto l’animale più brutto del mondo, una competizione che sottostà a dei criteri puramente soggettivi di noi esseri umani e alla quale il blobfish non sa nemmeno di aver partecipato. Ma tant’è.

Forse per riparare a questo torto, oppure per giustamente sottolineare le qualità di questo animale, alcuni giorni fa il pesce blob è stato eletto pesce dell’anno in Nuova Zelanda dalla Mountains to Sea Conservation Trust, organizzazione il cui scopo è quello di informare l’opinione pubblica sulle specie che abitano le acque dolci e salate di quella nazione.

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Un esemplare (imbalsamato) di pesce blob esposto presso un acquario in Giappone. È così che il pesce blob si presenta nel suo ambiente naturale.

  • IMAGO/Kyodo News

In natura il Psychrolutes marcidus è un pesce abissale che vive a profondità importanti, tra i 600 e i 1200 m sotto il livello del mare. Lo si trova negli abissi delle coste neozelandesi, dell’Australia e della Tasmania, ambienti in cui la pressione dell’acqua è estremamente elevata. Sebbene il suo corpo sia formato da una massa gelatinosa, non disponga di muscoli strutturati e nemmeno di uno scheletro rigido, a quelle profondità ha l’aspetto di un pesce classico. La sua forma e la sua consistenza sono il frutto dell’evoluzione e gli permettono di muoversi e vivere senza troppi problemi negli abissi.

Quando lo si trasporta in superficie, dove la pressione atmosferica è nettamente inferiore, ecco che il suo corpo si deforma, si espande, conferendogli quell’aspetto molle e quell’espressione depressa che lo ha reso tristemente famoso a noi umani. Le foto che troviamo sul web, fonte di numerosi meme, sono quindi quelle di individui morti il cui corpo fuori dall’acqua è collassato e si è espanso. Un perfetto esempio di body shaming.

Queste sue sembianze fuori dal suo ambiente naturale gli sono valse il premio di animale più brutto dell’anno diventando di fatto anche la mascotte della Società per la conservazione degli animali brutti (Ugly Animal Preservation Society). Lo Psychrolutes marcidus non è unico nel suo gruppo e almeno una decina di altre specie fanno parte del genere Psychrolutes. Tutte sono etichettate come blobfish. 

06:14

Polpi, blobfish e profondità inquinate

Millevoci 18.03.2025, 10:05

  • Imago Images
  • Francesca Margiotta e Marcello Fusetti

Se la bellezza secondo i nostri canoni gioca un ruolo secondario dal punto di vista evolutivo, può invece avere un peso importante dal punto di vista della ricerca. Uno studio pubblicato alcune settimane fa su PNAS e condotto dalle Università di Firenze e Hong Kong, ha messo in evidenza che, a livello mondiale, i finanziamenti per la conservazione della biodiversità animale e vegetale sono distribuiti in maniera squilibrata: la maggior parte dei fondi è infatti destinata solo ad un piccolo numero di grandi specie, solitamente quelle più emblematiche, mentre la stragrande maggioranza delle specie a diretto rischio di estinzione ha ricevuto pochissimo sostegno. Ad attirare più attenzione sono gli animali più iconici come gli elefanti o le tartarughe marine. Molto meno di altre specie fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi, ma meno emozionanti per il grande pubblico, tra cui anfibi, invertebrati, piante e funghi. 

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Gli anfibi sono tra le specie minacciate che ricevono meno fondi per la conservazione

  • Il giardino di Albert/C. Bernasconi

A causa dell’inaccessibilità del suo habitat, il pesce blob di questo articolo e le altre specie simili sono stato studiate e fotografate molto raramente in natura, per cui si sa davvero poco sulle loro abitudini e sul loro stato di conservazione. Chissà che l’essere nominato pesce dell’anno non gli porti maggiore visibilità e non susciti maggior interesse da parte della ricerca per questa specie, forse meno bella di altre, ma sicuramente molto più curiosa.

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