Il picco dell’epidemia di coronavirus in Svizzera e ancora di più nel canton Ticino è imminente: questo, tuttavia, cosa significa? Cosa ci aspetta nelle prossime settimane? “È strano ma a decidere cosa ci aspetta sarà la stessa comunità ticinese”, risponde il dottor Michael Llamas, direttore sanitario e viceprimario di medicina intensiva all’ospedale La Carità di Locarno, uno dei centri di riferimento per la cura dei pazienti che hanno contratto la malattia. Llamas con la sua équipe è in prima linea per far fronte all’epidemia e in collegamento durante la trasmissione Falò non ha usato mezzi termini: “A decidere cosa ci aspetta saranno i ticinesi con il loro comportamento: se sarà completamente irresponsabile, allora il picco arriverà veloce, alto, doloroso”.
Tuttavia, ha proseguito Llamas, “se il Ticino riuscirà a dimostrare che esiste un bene superiore al proprio egoismo, al proprio io, ovvero il bene della comunità, e la gente seguirà le indicazioni, resterà a casa, farà quello che bisogna fare, allora il picco sarà lento, più dolce e quindi noi potremo curare meglio i nostri pazienti”.
In qualsiasi sistema sanitario, aggiunge, “le risorse non sono infinite. Per ora abbiamo ancora margine e sappiamo che abbiamo altre risorse da impiegare. La collaborazione tra pubblico e privati permette di mettere in campo tutta la potenzialità della sanità cantonale, senza barriere, affinché non debba arrivare il momento di prendere la terribile decisione di scegliere chi curare e chi no”.
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Telegiornale 19.03.2020, 21:00
“Stiamo facendo di tutto affinché questo non succeda – ha concluso Llamas, appellandosi nuovamente alla popolazione -. C’è un bene superiore, la società, la nostra comunità, e ognuno di noi può fare qualcosa. Io posso fare qualcosa con i miei ventilatori, ma ognuno di noi può fare qualcosa di ancora più significativo per fare in modo che io no sia obbligato ad attaccare uno di questi ventilatori ad un paziente”.