La sinistra e i Cantoni si oppongono al fatto che i contratti collettivi di lavoro (CCL) prevalgano sulle disposizioni cantonali in materia di salari minimi. La proposta in tal senso del Parlamento ha infatti ricevuto un’accoglienza molto contrastata in consultazione.
Il dibattito scaturisce da una mozione del “senatore” del Centro Erich Ettlin, che nel 2022 aveva chiesto che i CCL dichiarati vincolanti dal Consiglio federale prevalgano sul diritto cantonale, anche nel caso in cui i salari minimi previsti dai CCL siano inferiori a quelli cantonali. Pur opponendosi alla proposta per motivi giuridici, il Consiglio federale ha dovuto porla in consultazione, procedura che si è conclusa il primo maggio.
Il salario minimo è stato finora introdotto a Ginevra, Neuchâtel, Giura, Basilea Città e in Ticino, ma progetti in questo senso sono in corso anche in diversi altri cantoni. Nei comuni di Zurigo e Winterthur i cittadini hanno votato a favore del salario minimo lo scorso anno, ma non è ancora entrato in vigore.
“Attacco a democrazia a federalismo”
PS, Verdi e sindacati non usano mezzi termini: il progetto rappresenta “un attacco alla democrazia diretta e al federalismo”. Anche i Cantoni si oppongono, considerandola una violazione inaccettabile delle loro competenze.
Se la legge sarà attuata secondo la volontà del Consiglio nazionale e degli Stati, i sindacati lanceranno un referendum, ha già annunciato il presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard in un’intervista pubblicata ieri dal Journal du Jura e dal Bieler Tagblatt. “I Cantoni sono contrari a questa manovra. Anche molti Comuni lo sono. Non dobbiamo dimenticare che, grazie all’introduzione dei salari minimi, vengono versati meno soldi dall’assistenza sociale”, ha spiegato il consigliere agli Stati. Da parte sua Travail.Suisse ritiene che se le norme professionali dovessero prevalere sulla legge e sulla volontà popolare, si creerebbe un “pericoloso precedente”.
Il PS ritiene che il Consiglio federale avrebbe dovuto archiviare la mozione, che è in contrasto con il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione federale.
La Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali dell’economia scrive dal canto suo che dare la precedenza ai CCL equivarrebbe a calpestare la volontà popolare. Il Canton Berna sottolinea ad esempio che il progetto di legge lede le prerogative cantonali.
Imprenditori, PLR e UDC (e Centro) a favore
Dalla consultazione sono emersi però anche pareri favorevoli, come quello dell’Unione svizzera degli imprenditori che respinge l’idea di incostituzionalità del progetto. “I partner sociali conoscono la loro professione e sono nella posizione migliore per preparare soluzioni equilibrate nell’ambito di un pacchetto complessivo”.
Anche il PLR ritiene fondamentale che i CCL non vengano vanificati da normative regionali. Per il partito, l’obiettivo è creare “standard uniformi”. Da parte sua l’UDC sostiene la sostanza della mozione Ettlin, pur riconoscendo che è in conflitto con le competenze cantonali.
Infine l’Alleanza del Centro non ha partecipato alla consultazione, ma i suoi rappresentanti hanno appoggiato a larga maggioranza la mozione durante i dibattiti parlamentari.
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