Svizzera

CN e imposizione individuale, lunedì nessuna decisione

Le discussioni al Consiglio nazionale sono state interrotte poco dopo le 22.00, riprenderanno mercoledì di settimana prossima

  • 16 settembre, 22:24
  • 16 settembre, 22:31
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Imposizione individuale in discussione al Nazionale

Telegiornale 16.09.2024, 20:00

Di: ATS/RSI Info 

Oggi (lunedì) non c’è stata alcuna votazione al Consiglio nazionale in merito all’imposizione individuale dei coniugi in Svizzera. L’esito delle discussioni è incerto, tanto il Parlamento è diviso: PLR, Verdi liberali e sinistra da una parte, UDC e Centro dall’altra. Le discussioni sono state interrotte poco dopo le 22.00, riprenderanno mercoledì di settimana prossima.

Sul tavolo si trovava l’iniziativa popolare “Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)“, lanciata dalle Donne PLR. La proposta chiede il passaggio alla tassazione individuale, coppie sposate incluse. Oggi, in Svizzera, la tassazione individuale viene applicata alle persone sole e alle coppie non sposate. Quelle sposate e quelle dello stesso sesso che vivono in un’unione registrata sono invece tassate congiuntamente. I loro redditi vengono sommati e pagano un importo più elevato.

Nel suo messaggio il Consiglio federale chiede al Parlamento di bocciare l’iniziativa, essenzialmente per motivi formali. L’Esecutivo è però favorevole al passaggio all’imposizione individuale, tanto che ha trascritto la proposta in una modifica legislativa, anch’essa oggi all’esame del Consiglio nazionale.

Nel messaggio, il Governo afferma di aver voluto procedere con una modifica legislativa per avanzare più velocemente. Nello stesso messaggio l’Esecutivo sottolinea inoltre come il passaggio all’imposizione individuale corrisponda anche a una esplicita volontà del Parlamento, iscritta nel quadro del programma di legislatura 2019-2023. La riforma permetterà infine di eliminare la cosiddetta “penalizzazione del matrimonio”, dichiarata incostituzionale dal Tribunale federale nel lontano 1984.

“Unica soluzione, incentiva l’occupazione”

Nel dibattito di entrata in materia la relatrice commissionale Kathrin Bertschy (PVL/BE) ha sostenuto come il passaggio alla tassazione individuale sia un modello moderno di tassazione della famiglia che meglio riflette gli sviluppi socio-economici e l’evoluzione dei valori socio-politici. Quello proposto è inoltre l’unico modello che non solo elimina gli svantaggi fiscali del matrimonio, ma migliora anche gli incentivi all’occupazione, ha aggiunto.

A causa della situazione attuale spesso al secondo coniuge non conviene iniziare una attività lavorativa o aumentare la propria percentuale di lavoro, ha affermato Céline Widmer (PS/ZH). A suo avviso è giunto il momento di eliminare i falsi incentivi fiscali che tengono le donne fuori dal mercato del lavoro. “È una benedizione in un Paese che ha bisogno di manodopera qualificata”, ha aggiunto l’altro relatore, Samuel Bendahan (PS/VD).

“Non possiamo più permetterci di non sfruttare al massimo l’attuale potenziale di manodopera qualificata”, ha aggiunto Beat Walti (PLR/ZH). La riforma permetterà di occupare tra le 40 e le 60 mila persone in più rispetto alla situazione attuale, ha aggiunto.

Quanto alla burocrazia supplementare che la novità comporterà, per Raphaël Mahaim (Verdi/VD) ciò non rappresenta un problema: “ogni riforma comporta inevitabilmente una certa quantità di lavoro supplementare e di procedure amministrative aggiuntive, ma il più delle volte i benefici sociali a lungo termine superano di gran lunga i sacrifici aggiuntivi che devono essere fatti inizialmente”.

Per Simone de Montmollin (PLR/GE) il progetto “rafforza la famiglia”: permette uno sviluppo su basi eque per entrambi i coniugi, senza penalizzare uno dei suoi membri e senza gravarli dei costi ingiustificati e iniqui che attualmente sostengono.

“Inutile e costosa”

Leo Müller (Centro/LU) ha invece contestato la necessità di una riforma giudicandola non necessaria: “i problemi vanno risolti dove esistono”, ha affermato sostenendo che i Cantoni hanno già risolto il problema della penalizzazione fiscale del matrimonio nel loro diritto fiscale. Se c’è un problema a livello federale non occorre modificare le leggi di tutti i Cantoni, ha aggiunto.

Per Müller, inoltre, la proposta creerebbe nuove disparità per le 600’000 coppie che dispongono di un solo reddito. Benjamin Roduit (Centro/VS) ha poi sottolineato un altro aspetto problematico dell’iniziativa: “è un tentativo di indebolire la famiglia come entità economica e, allo stesso modo, il modello stesso familiare come pilastro della società”.

Paolo Pamini (UDC/TI) ha da parte sua denunciato l’enorme costo burocratico che il passaggio all’imposizione individuale causerebbe. Il numero di dichiarazioni d’imposta compilate aumenterebbe infatti notevolmente (si parla di 1,8 milioni di dichiarazioni in più), e per esaminarle servirà personale supplementare. Nel solo canton Ticino, l’Ufficio tassazione dovrebbe assumere dalle 50 alle 80 persone, ha spiegato. A livello svizzero i costi sarebbero tra i 100 e i 240 milioni di franchi.

Pamini ha anche rimesso in discussione l’effetto sull’occupazione che sarebbe assai limitato. Ciò lo porta a definire il progetto “la più grande presa in giro della legislatura”.

Per diversi oratori del Centro la soluzione passa per la loro iniziativa popolare “Per imposte eque. Basta con gli abusi nella concorrenza fiscale (Iniziativa per imposte eque)“ - che vuole fare in modo che le coppie sposate non siano discriminate a livello fiscale rispetto a quelle non sposate. Il testo “rispetta la libertà di ogni coppia di organizzare la propria vita come meglio crede, mette le persone davanti all’economia e rispondendo nel contempo alle attese dei cittadini, ha dichiarato Roduit.

I contenuti del controprogetto

La principale novità del controprogetto del Governo - l’iniziativa è formulata in modo generico e non contiene dettagli, spetterebbe al Parlamento elaborarli in caso di “sì” alle urne - è il passaggio all’imposizione individuale, che sarà effettivo a tutti e tre i livelli statali (federale, cantonale e comunale). Di conseguenza, se il progetto andrà a buon fine, i coniugi saranno tassati separatamente come le coppie non sposate. Dovranno quindi compilare due dichiarazioni d’imposta distinte.

Nell’ambito dell’imposta federale diretta (IFD), la deduzione per i figli verrà aumentata dagli attuali 6’700 a 12’000 franchi e sarà ripartita in parti uguali tra i genitori. La riforma comporterà anche adeguamenti alla tariffa fiscale.

A livello di casse pubbliche, il passaggio al nuovo sistema comporterà minori entrate dall’IFD pari a circa a 1 miliardo di franchi, 800 milioni dei quali a carico della Confederazione e 200 milioni dei Cantoni.

Le ripercussioni a livello di imposte cantonali è invece difficile da stimare, essendo i Cantoni liberi di definire le loro tariffe e deduzioni.

Dalle ceneri dell’iniziativa PPD

Il tema affrontato oggi dal Governo non è nuovo nella Confederazione: già in passato le richieste di frenare le disparità in materia fiscale hanno acceso il dibattito pubblico. Nel 2016, il popolo ha respinto di misura (con il 50,8% di “no”) l’iniziativa popolare dell’allora PPD (ora Alleanza del Centro) “Per il matrimonio e la famiglia - No agli svantaggi per le coppie sposate”. Tuttavia, a causa di un errore del Governo nella pubblicazione delle cifre, il Tribunale federale ha deciso che il voto andava ripetuto.

Più tardi, il comitato d’iniziativa aveva però deciso di ritirare l’iniziativa, mentre il presidente del partito, Gerhard Pfister, aveva annunciato il lancio di una nuova iniziativa più inclusiva: il nuovo testo, a differenza di quello presentato anni fa, non contiene la definizione - molto contestata all’epoca - che il matrimonio rappresentava l’unione tra un uomo e una donna. La raccolta delle firme è in corso.

Sullo stesso tema si è mosso anche un comitato interpartitico - composto tra gli altri dall’ex consigliera federale Ruth Metzler (Alleanza del Centro), dalla consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR/VD), dal consigliere agli Stati Daniel Jositsch (PS/ZH), dall’ex presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori Valentin Vogt e da Adrian Wüthrich, presidente dell’organizzazione sindacale Travail.Suisse - che ha lanciato l’iniziativa “per imposte eque”, all’origine come detto del controprogetto.

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