Diversi rifugi del Club alpino svizzero (CAS) rischiano la chiusura anticipata a causa della mancanza d'acqua in montagna. La siccità sulle Alpi si sta infatti facendo sentire, non solo sul versante sudalpino, per il quale era già stato lanciato l’allarme a inizio giugno dal presidente del CAS Ticino Giovanni Galli che, in assenza di precipitazioni importanti, aveva paventato “problemi seri in agosto e settembre”.
Al via la stagione delle capanne, fra penuria d'acqua e rilancio
SEIDISERA 06.06.2022, 20:09
Un inverno con poca neve e una primavera calda hanno sciolto anzitempo le riserve d'acqua per i rifugi di montagna che ospitano migliaia di turisti in estate, scrive oggi (domenica) la "SonntagsZeitung" in un articolo dedicato al tema. "Abbiamo già ora una situazione che di solito si verifica solo alla fine di agosto" ha dichiarato al domenicale Peter Spillmann, membro della Commissione capanne del CAS centrale e referente per le questioni idriche.
Molte capanne hanno infatti già esaurito le loro scorte d'acqua e in alcuni casi gli ospiti devono comprare l'acqua minerale per lavarsi i denti. Nello storico rifugio Britannia, sopra Saas-Fee in Vallese, l'acqua è ancora sufficiente per dieci-dodici giorni, dopodiché la situazione si complicherà, ha spiegato ad esempio il guardiano del rifugio Dario Andenmatten: "Nel peggiore dei casi dovremo chiudere".
Secondo il CAS, a medio termine circa il 20% delle capanne ha o avrà problemi di approvvigionamento idrico, perché la copertura nevosa si scioglie sempre prima durante l'anno e al contempo i ghiacciai si ritirano e scompaiono.
Notiziario 9.00 del 10.07.2022 - Capanne CAS confrontate con la siccità
RSI Info 10.07.2022, 18:52