Ieri, il 17 giugno, ricorreva la Giornata mondiale della desertificazione e della siccità, i cui effetti, senza nessuna azione concreta, potrebbero colpire entro il 2050 i tre quarti della popolazione mondiale.
Un tema caldo anche alle nostre latitudini. In Svizzera infatti, negli scorsi mesi, a causa delle poche precipitazioni, si è fatto più volte appello alla parsimonia sul consumo dell'acqua. "Nelle ultime due o tre settimane ha piovuto regolarmente, ma quello che ha piovuto è quello che più o meno la vegetazione ha bisogno per essere rigogliosa - è intervenuto ai microfoni della RSI Massimiliano Zappa, idrologo all'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio di Birmensdorf - Nei Grigioni, come in Ticino, ma anche nel Giura, si sono accumulati deficit evidenti che portano su scala locale a situazioni di penuria d'acqua, che posso anche essere causa di decisioni di limitazione di uso delle acque per alcune regioni del paese, soprattutto nel Sottoceneri".
Un fenomeno che però non è di certo riconducibile agli ultimi mesi. Quello che si è visto negli ultimi 20 anni infatti è qualcosa di molto differente rispetto a quello che si è visto nei decenni precedenti: "Le situazioni di penuria d'acqua andranno ad aumentare entro la fine del secolo. Globalmente in Svizzera di acqua ne abbiamo, ma si possono verificare delle situazioni molto puntuali", continua Zappa.
In regioni dove, per esempio, per settimane o mesi c'è una carenza di piogge, si può sviluppare una carenza di acqua nelle reti idriche per creare acqua potabile. Se questi vanno oltre il loro limite di capacità "si può iniziare parlare di limitazione".
In Svizzera però si è abituati ad avere acqua e non è facile per la popolazione cambiare questa mentalità. "Ci sono paesi nel mondo dove questa cultura di limitare l'uso d'acqua è più stabilita. Se il serbatoio di acqua potabile si svuota però, bisogna limitare qualcosa: bisogna limitare i lavaggi dell'auto, l'irrigazione dei campi sportivi o dei giardini privati, insomma limitare usi superflui".