Il servizio di consulenza religiosa musulmana nei centri federali per richiedenti asilo (CFS) verrà prorogato almeno fino alla fine del 2022: lo ha comunicato oggi, lunedì, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM). La decisione è stata presa sulla base di un bilancio definito “molto positivo” di questa offerta, finora implementata nella regione di Zurigo, in Romandia e nella Svizzera orientale. Inoltre, anche in Ticino verrà offerto questo servizio, con l’assunzione nel febbraio di un consulente religioso musulmano.
Lo studio: “Interlocutori preziosi”
La scelta di proseguire con questo progetto segue uno studio svolto dal Centro Svizzero Islam e Società (CSIS) dell’Università di Friburgo. Secondo l’indagine, si legge in una nota della SEM, “la domanda per questo nuovo servizio è elevata in tutti i CFA esaminati. I richiedenti l’asilo ricorrono volentieri a questo servizio. I consulenti religiosi musulmani sono, peraltro, dei preziosi interlocutori anche per i professionisti che operano nei CFA (assistenza, sicurezza, cure mediche) e le loro competenze religiose, culturali e linguistiche sono particolarmente apprezzate. Infine, la presenza dei consulenti religiosi contribuisce a prevenire situazioni potenzialmente conflittuali”.
"Ci ha sorpreso l'apprezzamento espresso da tutti: dai richiedenti asilo, da chi gestisce le strutture e dai rappresentanti delle chiese cristiane già presenti", spiega inoltre alla RSI Hansjörg Schmid, del Centro svizzero Islam e società. Un'esperienza positiva attestata fra l'altro dagli agenti di sicurezza -che parlano di conflitti ridotti- e dagli assistenti stessi, che spesso hanno a che fare con chi verrà rimpatriato.
Prevenzione indiretta contro la radicalizzazione
In che misura l'assistenza spirituale può contribuire a prevenire la radicalizzazione? "Questi consulenti non sono né detective né esperti di radicalizzazione – precisa il professor Schmid - ma indirettamente essi possono contribuire alla prevenzione, andando a colmare quel vuoto o quegli spazi che spiritualmente rischiano di essere raggiunti da predicatori radicali". Gli assistenti praticano infatti un Islam moderato, non appartengono a particolari correnti.
La consulenza religiosa musulmana verrà pertanto proposta fino a dicembre; se la valutazione positiva si confermerà, il servizio “sarà introdotto per quanto possibile in via definitiva”, conclude il la Segreteria di Stato nel suo comunicato stampa. Attualmente, sono impiegati cinque consulente.