Simbolo del disastro di Chernobyl furono, per anni, i bambini ucraini e bielorussi che venivano accolti anche da famiglie svizzere. Oggi questi bambini sono diventati adulti, ma serbano un ricordo speciale dei loro soggiorni nella Confederazione.
Famiglie come quella di Violette Moser, che, come un segno del destino, festeggia proprio oggi, 26 aprile, 84 anni. La signora non dimentica le decine di bambini accolti ogni estate, come la piccola Sacha: "Quando Sacha è venuta la prima volta, con un pullman, aveva del pane e della carne ormai avariati, e il veicolo puzzava! Ci mettevano due giorni ad arrivare. E poi questi bambini non parlavano la nostra lingua. Potevamo comunicare solo coi gesti".
Ed è così che assieme al marito, oggi scomparso, si improvvisa insegnante. Da "grazie" e "buonanotte" si passa ai cartoni animati su videocassetta. Sacha mostra un interesse particolare per la lingua francese. Per la sua madrina giurassiana, fu l'inizio di un futuro migliore.
"Un anno dissi a Sacha che le avrei pagato l'università, invece del viaggio in Svizzera. Poi quando ottenne il diploma, e andammo a trovarla in Ucraina, acquistammo insieme delle rose, ma lei me le restituì in segno di gratitudine... allora le dissi di darle a sua mamma".
Un legame fortissimo, quello che ancora unisce le due donne; tanto che stamani Sacha ha puntualmente chiamato la sua madrina per augurarle un buon compleanno.