Nella Giornata mondiale del commercio equo a preoccupare è il coronavirus. La pandemia ha infatti messo in ginocchio il mercato mondiale, ambito nel quale agisce anche l'organizzazione Claro Fair Trade, che da 43 anni importa in Svizzera prodotti di paesi lontanti.
"Nel settore dell'artigianato abbiamo registrato pesanti perdite", spiega la direttrice di Clàro Marie-Claire Pellerin. "Abbiamo invece aumentato le vendite di alcuni prodotti del settore alimentare, questo anche grazie ad internet".
La pandemia ha messo in luce la nostra dipendenza dall'estero e la necessità di favorire l'offerta locale. Ciò non è però sempre possibile, come spiega Pellerin: "Il caffè, il cioccolato e gli anacardi non si producono in Svizzera. Sono piuttosto un aspetto positivo del commercio internazionale, a patto però che i produttori vengano pagati adeguatamente e lavorino in buone condizioni".
La direttrice di Clàro ha inoltre voluto lanciare un appello: "È importante non dimenticare le persone che si trovano all'altro capo del mondo, colpite allo stesso modo. È un momento storico che ci ricorda come abitiamo tutti sullo stesso pianeta".