Svizzera

Covid, mutazioni che inquietano

Accertati finora in Svizzera 388 casi. E in larga prevalenza si tratta della variante britannica

  • 19 gennaio 2021, 18:01
  • 22 novembre, 17:47
00:47

Dal Notiziario delle 16.00 del 19.01.21

RSI Info 19.01.2021, 17:30

  • archivio keystone

Gli attuali sviluppi della pandemia in Svizzera fanno segnare cifre in lieve calo, ma sempre in presenza di una situazione preoccupante. A sottolinearlo è stata martedì Virginie Masserey, responsabile per il controllo delle infezioni e il programma di vaccinazione presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), durante la conferenza stampa a Berna degli esperti della Confederazione. "Negli ultimi tempi si osserva una leggera diminuzione dei nuovi casi. Ciò è piuttosto incoraggiante, ma non ancora rassicurante", ha osservato.

Test specifici per le nuove varianti

E a preoccupare le autorità sanitarie è segnatamente la diffusione delle nuove varianti del coronavirus. In questo senso sono finora 388 i casi accertati a livello nazionale. Di questi 243 sono della temuta variante britannica, che risulta dal 50% al 70% volte più infettiva. E attualmente, ha aggiunto Masserey, potrebbe attestarsi al 10% la percentuale complessivamente rappresentata da questo ceppo. Ciò rappresenta una conferma della forte contagiosità delle nuove varianti. Esse vanno individuate il prima possibile e, di conseguenza, i laboratori hanno ricevuto la raccomandazione di utilizzare test diagnostici specifici in modo da poter tracciare queste mutazioni del virus.

Finora 110'000 persone già vaccinate

Sul fronte delle vaccinazioni, ma sulla scorta di cifre da ritenere però ancora indicative, sono circa 110'000 in Svizzera le persone che finora hanno potuto beneficiarne. Nonostante i rallentamenti nelle forniture da parte della Pfizer a seguito di problemi in un suo stabilimento, la Confederazione dovrebbe ricevere le dosi promesse: per febbraio, quindi, un milione, che andrà ad aggiungersi al mezzo milione del corrente mese. Lunedì, tuttavia, è stata ricevuta poco più della metà delle dosi previste, ha precisato davanti ai giornalisti la vicedirettrice dell'UFSP Nora Kronig.

Circa le limitazioni agli spostamenti da e verso l'estero, non sono al momento in vista inasprimenti ai confini con i Paesi vicini alla Svizzera, ha dichiarato Masserey, aggiungendo che si sta invece riflettendo sulla possibilità di decidere dei divieti d'entrata o in uscita per altri Stati. Intanto i viaggi in Gran Bretagna, in Irlanda e in Sudafrica sono già proibiti.

Red.MM/ARi

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