Svizzera

Credit Suisse: Governo sconfessato

Il Nazionale, che ha respinto i crediti urgenti per il salvataggio della banca, attende ora anche delucidazioni dal Consiglio federale su vari aspetti. Il dossier torna già stamani all'esame degli Stati

  • 12 aprile 2023, 07:45
  • 13 agosto 2023, 09:31

RG 07.00 del 12.04.2023 La corrispondenza di Anna Riva

RSI Svizzera 12.04.2023, 08:53

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Di: RSI News/ARi

Sul salvataggio di Credit Suisse si registra così una divisione fra i rami del Parlamento e anche una sconfessione del Governo che, sul piano politico, ha senz'altro il suo peso. Contrariamente agli Stati, il Nazionale ha infatti non solo bocciato i crediti urgenti disposti dal Consiglio federale, ma anche chiesto che il dossier venga ripreso in esame sotto diversi aspetti.

Le garanzie della Confederazione sono state respinte dalla Camera del popolo, con 102 voti contro 71, sullo sfondo di un fattuale allineamento fra UDC e PS. I democentristi, per voce del loro capogruppo Thomas Aeschi, avevano già anticipato prima della seduta che il loro partito si sarebbe opposto ai crediti. "Sulla scia del salvataggio di UBS, avevamo chiesto una soluzione al problema del too big to fail. Ma l'alleanza fra PLR e Centro ha fatto fallire il progetto", ha quindi dichiarato il consigliere nazionale zughese, sottolineando che banche troppo grandi per fallire non dovrebbero più esistere in Svizzera.

Cédric Wermuth, copresidente del PS, ha invece preso di mira la destra nel suo insieme, accusandola di aver respinto sistematicamente ogni proposta di rafforzamento delle normative: "Questo Paese salva le banche e i suoi manager e abbandona i lavoratori. Come pensate che la popolazione svizzera possa aver fiducia nel nostro sistema", ha per parte sua dichiarato. Più in generale l'area di sinistra avrebbe potuto accettare i crediti, ma a precise condizioni. Esige infatti garanzie più rigide per le grandi banche, come segnatamente la riduzione dei bonus e l'aumento delle quote dei fondi propri.

RG 07.00 del 12.04.23 - L'analisi da Berna della corrispondente Anna Riva

RSI Svizzera 12.04.2023, 07:44

Ma avendo invece accolto una serie di postulati, elaborati dalla commissione dell'economia e dei tributi (CET-N), il Nazionale attende anche ora delucidazioni da parte del Governo su più versanti della questione: dai margini di manovra della BNS, nel raffronto con le altre banche centrali, fino alle modifiche da apportare da apportare alla legislazione too big to fail e agli interventi regolatori che possono essere presi in considerazione per gli istituti di rilevanza sistemica.

Il complesso dossier torna ora alla Camera dei cantoni, che è nuovamente in seduta dalle 08.30 di oggi, mercoledì, per l'esame delle divergenze col Nazionale. Formalmente, va ricordato, le deliberazioni delle Camere non possono impedire l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS col sostegno della Confederazione: le garanzie per 109 miliardi di franchi sono state infatti già approvate in sede d'urgenza dalla Delegazione delle finanze del Parlamento. I voti delle due assemblee non hanno quindi alcun effetto vincolante, e tantomeno retroattivo, sulla decisione ufficializzata lo scorso 19 marzo. Le Camere, tuttavia, possono disporre delle condizioni-quadro per l'utilizzo dei crediti.

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