Svizzera

"Croce Rossa in crisi di liquidità"

Il calo nelle donazioni potrebbe costringere l'organizzazione a tagli in varie missioni. Il direttore generale: "I prossimi mesi saranno cruciali"

  • 7 marzo 2023, 20:16
  • 20 novembre, 11:48
45:25

SEIDISERA

SEIDISERA 07.03.2023, 18:00

  • Keystone
Di: ATS/Red.MM 

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) teme di non poter disporre di un quarto del suo budget entro il 2023. Il direttore generale Robert Mardini ha dichiarato a vari media che potrebbe essere costretto a effettuare dei tagli in alcuni settori.

Il direttore generale della Croce Rossa, Robert Mardini

Il direttore generale della Croce Rossa, Robert Mardini

  • Keystone

Quest'anno, in carenza di donazioni sufficienti, il bilancio previsto del CICR è pari a 2,79 miliardi di franchi, ovvero inferiore di 500-700 milioni di franchi", ha dichiarato Mardini al quotidiano Le Temps. "Se ciò sarà confermato, non avremo più i mezzi per aiutare le persone nei luoghi più difficili da raggiungere, dove la nostra presenza è più importante", ha dichiarato.

"Evidentemente le donazioni per gli aiuti umanitari in generale sono in diminuzione, una tendenza che si sta accentuando con il conflitto tra Russia e Ucraina", ha dichiarato alla radio pubblica RTS, aggiungendo che "le comunità colpite da queste crisi si trovano dimenticate dalla comunità internazionale, che non è all'altezza della sfida".

Delle 10 operazioni più importanti dell'organizzazione, che quest'anno celebra il suo 160° anniversario, solo l'Ucraina ha prospettive di finanziamento positive. Tutte le altre operazioni (Afghanistan, Siria, Yemen, Sud Sudan, Somalia, Iraq, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nigeria) sono sottofinanziate, ha spiegato il responsabile umanitario.

Yemen: un quarto del necessario

Questo fenomeno non riguarda solo il CICR, ma viene osservato anche dalle agenzie ONU coinvolte nell'azione umanitaria. Oltre all'Ucraina, che sta monopolizzando grandi quantità di fondi dai principali Paesi donatori, altri fattori spiegano la mancanza di fondi: una certa stanchezza di fronte a conflitti che si protraggono da anni, come illustrato da un recente appello ai fondi per lo Yemen, che finora ha raccolto appena un quarto del fabbisogno stimato. L'inflazione dilagante sta inoltre rendendo gli interventi molto più costosi.

"I prossimi mesi saranno cruciali. Se i donatori non arriveranno, dovremo ridimensionare le nostre ambizioni", afferma Mardini. Questo è uno dei motivi per cui lancia il suo appello all'inizio dell'anno, in modo da poter valutare la risposta dei donatori. "E poi, in base a questa risposta, faremo ciò che è necessario per garantire l'equilibrio finanziario".

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