Il Consiglio nazionale ha raccomandato mercoledì a popolo e cantoni di respingere l'iniziativa popolare antiburqa "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" per 114 voti a 76 a 3 astensioni e di preferirle il controprogetto del Consiglio federale.
Per la maggioranza della Camera bassa va bocciato perché originerebbe una restrizione delle libertà fondamentali sproporzionata, perché gli effetti dal punto di vista della sicurezza sarebbero trascurabili e perché metterebbe all'indice tutta la comunità islamica e in particolare le credenti.
Nello specifico il controprogetto obbliga una persona a mostrare il proprio volto per potersi identificare durante i controlli sui trasporti pubblici, alla dogana o per le procedure amministrative. Includerà anche provvedimenti volti a promuovere l'uguaglianza uomo-donna, con dei programmi cantonali d'integrazione che tengano conto delle particolari esigenze di donne, giovani e bambini.
L'iniziativa popolare invece pone un divieto generale della dissimulazione del viso e per questioni di sicurezza, nello specifico per evitare che bande di teppisti agiscono a volto coperto.
Secondo la consigliera federale Karin Keller-Sutter l'iniziativa è un segnale di debolezza: "In una società liberale non abbiamo bisogno di leggi che regolino il modo di vestire".
Dubbi sono stati sollevati anche in merito all'efficacia del divieto. In Ticino e a San Gallo dall'entrata in vigore dell'apposita legge, ha dichiarato Greta Gysin, sono state avviate 37 procedure sfociate in 20 contravvenzioni, di cui tre per il porto di un passamontagna. Insomma, "un magro risultato per chi voleva migliorare la condizione delle donne", ha sostenuto.
Il dibattito sul velo integrale
Telegiornale 17.06.2020, 22:00