Il price cap per i prodotti petroliferi raffinati russi trasportati via mare è entrato in vigore domenica, dopo che l'intesa è stata adottata in via definitiva da Unione Europea e G7. Prevede una soglia di 100 dollari al barile per i prodotti di alta qualità, come il diesel, e di 45 per quelli di bassa qualità, come la nafta. Va ad aggiungersi al tetto massimo di 60 dollari al barile applicato da inizio dicembre per il greggio per erodere le entrate del Cremlino e quindi il finanziamento della guerra in Ucraina. Cosa significherà questo per il consumatore? In Svizzera il 30% dei veicoli usa il diesel come carburante, ma i prezzi alla pompa "non saliranno da subito", secondo quanto ha spiegato a RTS Patrick Gantès, segretario generale del CRES - il Centro di ricerca imprese e società - e specialista del settore.
"In questo momento le riserve sono piene, ma in seguito i prezzi seguiranno il corso del greggio", afferma. "Bisognerà tenere d'occhio la Cina che probabilmente riprenderà a consumare molto e, con l'India, spingerà al rialzo i prezzi".
Non c'è da temere nemmeno una penuria: gli attori del settore hanno già preso provvedimenti e il diesel arriverà da altri Paesi, per esempio del Nordafrica, che lo compreranno anche dalla Russia e lo rivenderanno all'UE.