A metà luglio all'aeroporto di Zurigo sono nuovamente stati superati i 100'000 passeggeri in ventiquattro ore, per la prima volta dall'inizio della pandemia. Dopo tre anni, quest'estate allo scalo sono quindi tornate le code e si delinea una grande ripresa del settore.
C'è dunque tanta voglia di tornare a prendere l'aereo per raggiungere mete più o meno lontane. La pandemia non sembra aver cambiato le abitudini. E non ci si preoccupa più per le emissioni di CO2, come confermano alla RSI i viaggiatori in attesa al check-in: sarà anche un po' egoistico, dicono in tanti, ma dopo la lunga crisi sanitaria è giunto il momento di godersi una meritata vacanza all'estero.
"La gente ha l'impressione di essersi persa qualcosa - spiega Michael Stiebe del Centro di competenza mobilità della Scuola universitaria professionale di Lucerna - si vuole recuperare il tempo perso, si vuole nuovamente scoprire il mondo, evadere, vivere nuove avventure. E questo anche se i prezzi dei biglietti sono notevolmente aumentati".
Gli svizzeri, ricorda Stiebe, possono permettersi di spendere più soldi dei loro vicini per andare in vacanza quest'estate e non si fanno appunto scrupoli a salire su un aereo per via delle emissioni di CO2. "Rispetto a qualche anno fa, la gente è probabilmente più cosciente delle ripercussioni nocive del trasporto aereo. Ma stando ai nostri studi, questo non significa poi anche che sono disposte a cambiare le loro abitudini, a rinunciare a volare così come sono stati costretti a fare durante la pandemia" afferma.
Un fenomeno che riguarda "una cerchia ristretta"
Stiebe dice che esiste ancora il fenomeno della cosiddetta "vergogna di volare". "Non è però un fenomeno di massa e non lo è mai stato. Ha sempre riguardato una cerchia ristretta di persone, perlopiù giovani attivisti del clima. Ha però attirato l'attenzione degli ambienti accademici e anche i media gli hanno dato molto risalto, perché era un concetto interessante e nuovo".
Un concetto, quello della vergogna di volare, la cui portata viene sopravvalutata, è convinto l'esperto. In Svizzera il settore dell'aviazione gode di ottima salute, perlomeno se si guarda al numero dei passeggeri. E Stiebe afferma che anche il calo dei viaggi d'affari non sarà duraturo: già nel 2025 raggiungerà nuovamente i livelli pre-covid.
Vacanze estive, costi in aumento
Il Quotidiano 10.06.2023, 19:00