(Ndr: tutti i nomi riportati in questo articolo sono nomi di fantasia, per tutelare la sfera privata degli intervistati)
In Svizzera, si consumano 5 tonnellate di polvere bianca ogni anno, stimano gli esperti che sottolineano anche come il numero di consumatori sia in aumento, soprattutto fra i giovani. L’Università di Zurigo, per esempio, ha analizzato i capelli di mille 24enni: quasi un quarto è risultato positivo a questa droga.
E chi fa uso di questo stupefacente, a lungo termine rischia anche di trovarsi confrontato a seri problemi fisici. Croste, filamenti, ulcere che si propagano nel setto nasale e che possono causarne la perforazione: sono alcuni degli effetti dell’uso prolungato, come testimoniato da un servizio di Falò, incentrato sui danni che, a lungo termine, può causare questo potente stimolante sempre più diffuso.
“All’inizio era un divertimento, poi una dipendenza”
Lorenzo fino a qualche anno fa aveva una vita tranquilla, il lavoro, la famiglia, poi in quella vita regolare è entrata la cocaina, ed ha stravolto tutto. “Io son cresciuto nel Mendrisiotto – racconta ai microfoni della RSI – ho avuto fino alle medie una vita molto tranquilla. Ero un ragazzo abbastanza solare, giocavo a calcio, una vita da ragazzo normale. La cocaina l’ho provata forse intorno ai 25-30 anni più o meno e all’inizio, come tanti, ne facevo uso per divertirmi: si andava al gabinetto, si faceva il tiro, si andava avanti a bere in compagnia, ridere, scherzare. C’era euforia, ci si sentiva padroni del mondo”.
“Quando ti sei accorto di essere dipendente?” gli chiediamo. “All’inizio non ne ero consapevole, mi sono accorto di essere dipendente quando ho cominciato ad aspettare che arrivasse il weekend; quindi, dal lunedì al venerdì aspettavo che arrivasse il weekend (per consumare, ndr.), poi ho cominciato a tirare anche durante la settimana, mentre lavoravo”.
L’abuso di cocaina ha portato Lorenzo ad avere conseguenze anche fisiche: “Ho il naso completamente distrutto e la respirazione è quella che è. Ho perso i denti, mi ritrovo oggi con la mia età ad avere in bocca denti finti: una protesi. Quindi sì, i danni fisici ci sono eccome”.
I danni gravi al setto nasale e non solo
Abbiamo accompagnato Lorenzo dal dottor Matteo Trimarchi, primario di otorinolaringoiatria dell’EOC; da 30 anni studia gli effetti della cocaina su naso e gola. Con un endoscopio, il dottor Trimarchi esplora la cavità nasale di Lorenzo e spiega: “Adesso entrerò nel suo naso con un piccolo tubicino con attaccato una telecamera per vedere tutta la fossa nasale. Ecco: qua si vede che c’è una fossa nasale unica con una grossa crosta. Però si vede che è un naso ora a riposo, perché non ci sono aree sanguinanti. Però non essendoci più il setto nasale si vedono tutti questi fili che dipendono dal fatto che non c’è più un trasporto mucociliare normale”.
E se Lorenzo dovesse riprendere a inalare cocaina? “Se dovesse riprendere, purtroppo la sua strada è di finire alla perforazione del palato. Nei pazienti in cui già si sviluppa già una piccola perforazione, se non smettono si arriva quasi sicuramente a una distruzione molto grave”.
A Lorenzo manca dunque quasi completamente la parete divisoria fra le due fosse nasali; però, fortunatamente, non ha sviluppato una perforazione nel palato. Perché succede anche questo, come ci mostra il dottor Trimarchi.
“Lo vediamo anche in questa signora che ha utilizzato cocaina nell’arco di quattro anni: da lei è collassato completamente il naso e se noi guardiamo all’interno prima aveva un buco nel palato già importante ma nell’arco di quattro anni ha bucato completamente la base cranica”.
Questa signora, ci spiega il medico, non aveva più alcuna struttura nel naso, non aveva più il palato, e la cavità era dalla base cranica con una parte di cervello esposta nel naso fino alla lingua. Con la Lingua poteva quindi toccare il cervello.
L’aumento delle persone prese a carico per consumo di cocaina
Secondo gli ultimi dati di Dipendenze Svizzera, nel 2022, il 6.2% della popolazione svizzera ha dichiarato di aver già consumato cocaina. Il consumo di questa sostanza è più diffuso tra i 25-34enni: ben l’8.4%. Il 3% dei consumatori ha invece fra i 15 e i 24 anni, e il 5% ha più di 55 anni. Dal 2013 e il 2023 il numero di persone ammesse alle cure per un problema principale legato al consumo di cocaina è aumentato di quasi il 120%
Marcello Cartolano, responsabile dei Servizi ambulatoriali per le dipendenze di Ingrado, spiega ai nostri microfoni che: “I dati dicono che c’è una tendenza preoccupante, come nel resto della Svizzera. lo vediamo spesso anche con l’arrivo di persone che hanno delle vite che fino a poco prima erano gestibili nel loro consumo e che ad oggi invece si riversano da noi chiedendo aiuto perché si rendono conto effettivamente che hanno perso il controllo”.
Solo nel Sottoceneri, le persone che lo scorso anno si sono rivolte alla sede di Ingrado per problemi con la cocaina sono state 156, quasi una ogni 2 giorni.
“Devo dire – ribadisce Marcello Cartolano - che mi stupisce sempre l’abbassamento dell’età del consumo della cocaina: sono molti giovani adulti che iniziano veramente precocemente a consumare cocaina”.
“Ma quello che mi preoccupa, da professionista, è sicuramente la grande banalizzazione che c’è intorno ai rischi del consumo di cocaina; oggi le persone bramano nel raggiungere velocemente e precocemente tutto quello che possa dare soddisfazione e felicità, ecco che allora la cocaina si innesta veramente in maniera preoccupante e veloce, fa perdere completamente la capacità di gestione”.
“Mi sono buttata di sotto in preda alla psicosi”
Tamara ha poco più di 30 anni. È cresciuta a Lugano, in una famiglia benestante e ha avuto un’infanzia tranquilla. “Ero una bimba serena, felice. – racconta intervistata da Falò – Finita la scuola sono andata a fare l’aiuto medico e poi ho lavorato diversi anni in ospedale. E poi mi sono trasferita a Pisa a studiare arte. Facevo le serate con gli amici… e in queste serate ho tirato parecchia cocaina”.
Tornata in Ticino, Tamara inizia a consumare cocaina tutto il giorno, tutti i giorni. Poi il primo gennaio del 2023 succede qualcosa di terribile.
“Era Capodanno – ci racconta Tamara- Io e questo mio amico ci siamo messi a drogarci di cocaina, finché non abbiamo finito quella che avevamo. Lui voleva andare a prenderne altra ma io l’ho chiuso in casa e gli ho detto ‘non ci droghiamo più’. E poi mi sono buttata, mi sono buttata dal balcone”.
Un volo di 12 metri. L’amico è corso subito in strada pensando che Tamara fosse morta. Ma fortunatamente respirava ancora. Sul capo e sul volto aveva solo qualche escoriazione. Il corpo, invece, era distrutto.
“Non so perché mi sono buttata – ci dice Tamara- probabilmente ero in psicosi da cocaina. Mi sono rotta il piede sinistro, il femore sinistro, ma anche il bacino e le vertebre dall’ultima dorsale. Anche, il gomito, il polso la faccia...”
Tamara ha trascorso un mese in cure intensive, poi quasi un anno e mezzo fra clinica riabilitativa e ospedale sociopsichiatrico.
L’aumento dei ricoveri in ospedale
Negli ultimi anni le persone che si sono presentate nei pronto soccorso dell’EOC con intossicazioni da cocaina sono aumentate. Solo nel 2023 sono state ben 110, più di 2 alla settimana. Il 5% dei pazienti ha manifestato sintomi severi: casi gravi che sembrerebbero essere in aumento.
Quasi la metà dei pazienti ha necessitato di un ricovero ospedaliero e l’11% è finito nel reparto di cure intensive.
“Sono cifre sicuramente importanti che devono far riflettere – sottolinea il dottor Alessandro Ceschi, primario dell’Istituto di Scienze Farmacologiche EOC - Spesso questi pazienti arrivano in ambulanza, spesso poi creano anche un certo trambusto nel pronto soccorso per prenderli a carico perché se si è confrontati con uno stato agitazione importante, c’è bisogno di tutta un’équipe che si occupi di questi pazienti. Ci sono però dei casi e non sono pochi che hanno una rilevanza clinica, una gravità clinica importante: le ischemie del miocardio fino ad andare a un infarto miocardico a un evento ischemico acuto cerebrale o un’emorragia cerebrale. Spesso casi di questa gravità richiedono poi una ospedalizzazione in cure intensive e chiaramente questi sono dei casi di assoluta rilevanza da un punto di vista medico”.
Negli ultimi 10 anni il consumo di cocaina nel nostro paese è più che raddoppiato. Solo nel 2022 gli svizzeri hanno pagato per la cocaina circa mezzo miliardo di franchi.
Ogni cifra rappresenta però una persona, un amico, un familiare, che lotta in silenzio contro le ombre di una dipendenza insidiosa.