Un rapporto del Controllo federale delle finanze (CDF) rivela che 530 imprese svizzere durante la pandemia hanno versato dividendi ai loro azionisti nonostante il divieto imposto alle società che hanno ottenuto prestiti grazie alla fideiussione solidale. In totale i proprietari di tali aziende hanno incassato 209 milioni di franchi, malgrado le regole previste per i beneficiari della garanzia statale per i crediti Covid.
A fine settembre 2021, 137'856 aziende avevano fatto ricorso alle fideiussioni solidali, per un importo complessivo di 16,942 miliardi di franchi dei quali già 5 restituiti. Le società che hanno elargito un dividendo avevano ottenuto crediti per 158 milioni.
Il rapporto, che prende in considerazione la situazione fino al terzo trimestre dello scorso anno, mette in luce come siano state segnalate 2'151 sospette violazioni legate al divieto di dividendi o agli aumenti di capitale. In 1'627 casi la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) è intervenuta senza formulare accuse, mentre in 24 - per un volume di crediti di 5,2 milioni - è stata presentata una denuncia. In altre 242 occasioni il sospetto non è stato confermato, mentre i restanti 258 dossier rimangono sotto inchiesta.
8'739 casi di sospetti abusi
Dall'inizio della pandemia, le perdite dovute a queste fideiussioni ammontano a 253 milioni di franchi, precisa ancora il CDF nella sua relazione.
Globalmente invece, la SECO si è trovata di fronte a 8'739 casi di sospetti abusi, il 71% dei quali sono stati notificati al Controllo federale delle finanze.
L'attenzione della Confederazione ora si concentrerà sulla verifica della situazione sul fronte degli aiuti per i cosiddetti casi di rigore gestiti dai cantoni. Finora sono stati stanziati circa 5 miliardi franchi, coperti all'80% da Berna. Di recente il Parlamento ha approvato controlli a campione federali per scovare gli abusi.