Domenica 30 ottobre 2016, con l'inverno si torna all'ora solare (le lancette vanno spostate un'ora indietro e si guadagnerà un'ora di sonno). Molti, tuttavia — influenzati dal termine — la confondono con quella estiva (che si chiama "legale" o, meglio, "orario di risparmio della luce diurna"). La "tradizione" del cambio dura da cento anni, quando in Inghilterra nel 1916 la camera dei comuni diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate.
Inverno 2016, cento anni di ora solare
Questo di domenica (una giornata da 25 ore!) è un ritorno alla normalità, almeno astronomicamente parlando, e per cinque mesi l'orario sarà quello naturale. Sì, perché la vera forzatura "per legge" l'abbiamo introdotta nella notte fra sabato 26 e domenica 27 marzo 2016, quando alle 2 avevamo messo l'orologio un'ora avanti, spostando le lancette sulle 3, perdendo un'ora di sonno. Quella sì che è stata una vera "domenica da coma", come canta J-AX.
Il cambiamento d'orario venne introdotto nella Confederazione nel 1981 e dal 1996 segue il calendario dell'Unione europea. Ma non è tutto. L'Istituto federale di metrologia segnala che alla fine dell’anno dovremo regolare di nuovo i nostri orologi: nella notte tra San Silvestro e capodanno, infatti, sarà aggiunto un secondo intercalare al tempo di riferimento a livello globale poiché attualmente la terra ruota un po' più lentamente. È stato questo il tema portante alla consegna dei premi IgNobel di quest'anno (vedi articoli correlati): ogni volta che sul palco era pronunciata la parola "time", il pubblico rispondeva con un grido di incoraggiamento.
Infografica — Secondo intercalare, che cos'è e come funziona
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