Il Governo portoghese vuole modificare il regime fiscale dei pensionati stranieri domiciliati nel paese, che attualmente sono esentati per 10 anni dal pagamento delle tasse sulle rendite previdenziali. La misura era stata introdotta nel 2009, in pieno periodo di austerità, per attirare capitali stranieri; secondo l’Esecutivo del socialista Antonio Costa questo provvedimento ha però fatto il suo tempo e ora è necessario introdurre un’imposta del 10%.
Quest’esenzione ha finora attirato anche vari pensionati europei, compresi moti provenienti dalla Confederazione. Per quanto riguarda la Svizzera, conferma alla RSI l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) – nel 2018 sono state circa 22'000 le rendite AVS versate ai residenti in Portogallo. La maggior parte sono cittadini portoghesi rientrati in patria dopo aver lavorato nel nostro paese. Oltre un migliaio sono però persone con passaporto svizzero: un numero che dal 2010 ad oggi è triplicato.
Il Portogallo non è comunque la sola destinazione delle pensioni svizzere. Il record, sempre secondo le cifre fornite dall’UFAS, è dell'Italia, dove nel 2018 (ultimi dati disponibili) sono state versate sono oltre 245'000 rendite AVS, per la maggior parte a cittadini stranieri. La Francia è invece la meta prediletta dai cittadini svizzeri, con quasi 27'000 pensionati domiciliati due anni fa. E sempre nel 2018, in totale sono state quasi 2,4 milioni le rendite AVS versate: di queste oltre 760'000 sono andate a persone domiciliate all'estero.
Tornando alla proposta del Governo di Lisbona, questa mira a ridurre le discriminazioni fiscali con i pensionati portoghesi ed è nata dopo pressioni di vari Stati europei. Dovrebbe, numeri alla mano, essere approvata dal Parlamento, che la discuterà a inizio febbraio. La modifica si applicherà solo ai nuovi pensionati residenti e l'esenzione fiscale rimarrà in vigore per chi già vive in Portogallo.