L’esercito finisce di nuovo sotto tiro. Il problema? L’acquisto di sei droni da ricognizione ADS15 dalla società israeliana Elbit. Dopo una serie di ritardi, il Controllo federale delle finanze (CDF) ha criticato una gestione “insoddisfacente” del progetto. Sono necessari chiarimenti urgenti.
Dopo diversi ritardi - i droni, di cui cinque già consegnati, dovevano essere operativi dal 2019 -, la Confederazione ha annunciato un ulteriore rinvio; non dovrebbero ricevere l’autorizzazione di volo senza accompagnamento prima del 2029.
Il CDF non usa mezzi termini. In una perizia pubblicata mercoledì parla di criticità nell’organizzazione e nella metodologia del progetto. In particolare, l’organo di vigilanza finanziaria menziona obiettivi troppo ambiziosi, pianificazione e direzione inadeguate e gestione insufficiente dei rischi e della qualità. Secondo il documento, le prossime tappe e tutte le opzioni possibili devono essere chiarite “con urgenza”.
Armasuisse dispone di un credito di 298 milioni di franchi per l’acquisto del sistema. Al momento della verifica, nel maggio 2024, erano stati impegnati 288 milioni, “il che lascia un margine finanziario molto ridotto per la continuazione del progetto, nonostante le notevoli sfide”, sottolinea il CDF.
Secondo armasuisse, che ammette di aver sottovalutato alcune difficoltà, i ritardi sono dovuti principalmente ai fornitori, la svizzera RUAG e l’israeliana Elbit, alla pandemia di coronavirus e all’attuale conflitto in Medio Oriente. Per quanto riguarda il contratto con Elbit, armasuisse “deplora i ritardi, nonché l’assenza di alcune funzionalità e i difetti di qualità nei sistemi consegnati”.
Pur sostenendo che le raccomandazioni formulate dai “gendarmi” finanziari della Confederazione verranno prese in considerazione, armasuisse non condivide le analisi del CDF su diversi aspetti centrali dell’audit, ed esclude qualsiasi ridimensionamento o interruzione del progetto.
La compensazione finanziaria fornita da Elbit è stata inclusa in un annesso al contratto di acquisto. Alla fine, il tetto di spesa per il progetto non sarà superato, ha assicurato armasuisse.
Armasuisse ha anche un contratto con RUAG per un sistema innovativo che consente a un drone di riconoscere ed evitare un altro velivolo (“Detect and Avoid System”, DAA). Questo sistema dovrebbe consentire ai ricognitori di volare senza scorta giorno e notte in tutti gli spazi aerei, cosa che non è ancora possibile attualmente. Si tratterebbe di una novità mondiale nel settore. Ma tutte le fasi di sviluppo e certificazione non dovrebbero essere completate prima del 2029.
Il CDF ha inoltre deplorato il fatto che armasuisse abbia consegnato due droni alle Forze aeree svizzere già nel gennaio 2023. “Questa procedura contraddice i consueti processi e ha generato costi aggiuntivi”, critica il CDF. Poiché i collaudatori hanno individuato gravi problemi di qualità circa dieci mesi dopo la consegna dei sistemi, le Forze aeree hanno deciso di non far volare più i due droni. Tuttavia, anche se i velivoli senza pilota sono a terra, bisogna provvedere alla loro manutenzione.
Per armasuisse e le forze armate, invece, l’obiettivo principale era quello di acquisire esperienza con il nuovo sistema. I gravi difetti di qualità non sarebbero altrimenti stati rilevati durante questa fase operativa, sostiene.
Tappe e numeri di un acquisto
Il progetto droni ADS 15, come detto sopra, ha subito numerosi ritardi e problemi. Nel 2015, il Parlamento svizzero ha approvato l’acquisizione di sei droni Hermes 900 HFE per 250 milioni di franchi, con consegna prevista nel 2019. Tuttavia, a dicembre 2019, armasuisse ha annunciato un ritardo di sei mesi a causa della certificazione in Israele. Nel marzo 2021, il capo dell’armamento di allora ha dichiarato che i droni sarebbero arrivati solo nell’estate 2022, tre anni dopo il previsto. Il crash di un drone in Israele nell’agosto 2020, per vibrazioni di intensità inattesa, ha ulteriormente complicato la situazione.
Nel gennaio 2022, la Commissione della gestione del Consiglio degli Stati ha evidenziato un “rischio significativo” nel sistema radar e nella procedura di omologazione. Nonostante ciò, i primi piloti hanno completato la formazione nel marzo 2022 e i primi due droni sono arrivati in Svizzera nell’aprile 2022. A giugno 2022, uno dei droni ha effettuato il primo volo della durata di 70 minuti. Tuttavia, a dicembre 2022, è stato annunciato un ulteriore ritardo nella consegna completa fino alla fine del 2024, con costi del progetto saliti a 298 milioni di franchi.
Nel 2023, il servizio di volo è stato interrotto a titolo preventivo a causa di un incidente tecnico durante un esercizio con uno dei droni da ricognizione. Nel dicembre dello stesso anno la consegna dei droni è stata posticipata fino alla fine del 2026. A gennaio 2025, il servizio di volo con il sistema di riconoscimento DAA è stato temporaneamente sospeso dopo un incidente in India. Nel frattempo cinque dei sei droni sono arrivati in Svizzera, con l’ultima consegna prevista per il terzo trimestre del 2025. L’autorizzazione al decollo e all’atterraggio degli apparecchi non dovrebbe giungere, con la completa certificazione del sistema, prima del 2029.
Amherd parla con le truppe a Davos
Sempre in ambito grigioverde, in occasione della sua ultima visita alle truppe impegnate al WEF in qualità di consigliera federale, Viola Amherd ha parlato mercoledì con l’esercito delle possibilità di miglioramento in materia di sicurezza dopo l’azione di Greenpeace.
Martedì gli attivisti dell’organizzazione ambientalista erano infatti riusciti ad introdursi nel Centro dei congressi di Davos, dove si svolge il Forum economico mondiale (WEF), esponendo uno striscione, prima dell’inizio dell’evento. Erano poi stati allontanati.
Anche se l’esercito viene impiegato solo in via sussidiaria, la ministra della difesa ha voluto sapere come era stata vissuta l’azione. “Tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimere la propria opinione”, ha dichiarato Amherd durante la visita alle truppe, precisando tuttavia che le precauzioni in materia di sicurezza devono essere rispettate.
Rispondendo a una domanda dell’agenzia Keystone-ATS, la consigliera federale - che era accompagnata per l’occasione dal divisionario ticinese Maurizio Dattrino - ha voluto anche sapere dai membri dell’esercito se ci siano margini di miglioramento in termini di sicurezza.
Dimissioni Amherd, chi era e cos'ha fatto?
Telegiornale 15.01.2025, 20:00
Berna, i rischi dei droni da ricognizione israeliani
Telegiornale 04.01.2025, 12:30