Svizzera

Ebrei svizzeri preoccupati dalla crescita dell’antisemitismo

Dopo l’attacco a un giovane ebreo a Davos, la Federazione svizzera delle comunità israelite lancia l’allarme: “Episodi decuplicati nell’ultimo anno, serve più sicurezza”

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Il segretario generale della FSCI Jonathan Kreutner (sinistra) durante la sua visita a Davos parla con un ospite ebreo ortodosso

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Di: ATS/dielle

La Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) è preoccupata per la sicurezza degli ebrei dopo l’attacco della scorsa settimana a un giovane ebreo a Davos. “La situazione è critica in tutta la Svizzera”, ha dichiarato il segretario generale Jonathan Kreutner.

“Gli incidenti antisemiti di questo tipo sono decuplicati nell’ultimo anno”, ha dichiarato a Keystone-ATS Kreutner, che ha incontrato la vittima nella località grigionese. Per il segretario generale della FSCI questi incidenti sono un campanello d’allarme e dovrebbero influenzare i dispositivi di sicurezza, come già avviene nelle grandi città.

Davos era già stata al centro della cronaca recente per un altro episodio antisemita: lo scorso inverno, il proprietario di un ristorante della località si era rifiutato di noleggiare slitte ai clienti ebrei e a luglio gli è stata comminata una pena sospesa per discriminazione razziale, oltre a una multa. “Ma questa volta il contesto è diverso”, sottolinea Kreutner. La guerra in Medio Oriente sembra infatti essere stata la causa scatenante. Intervistata da SRF, la vittima ha riferito che i suoi aggressori gridavano “Free Palestine” (“Palestina libera”).

La visita di Kreutner lunedì a Davos aveva anche lo scopo di promuovere il dialogo. Dal 2019, il personale della federazione incontra regolarmente i turisti ebrei per sensibilizzarli agli usi e costumi locali, nell’ambito di un progetto di prevenzione chiamato “Likrat Public” che prevede anche volantini e opuscoli.

Kreutner ha incontrato un collaboratore di Likrat Public sull’alpeggio di Schatzalp, dove erano presenti molti ebrei in abiti tradizionali interessati a una slittovia. Uno di loro ha raccontato di un incidente avvenuto all’aeroporto di Zurigo, quando gli è stato urlato che bisognerebbe “bruciare tutti gli ebrei”. Secondo Kreutner, che non era a conoscenza di questo episodio, non tutti gli atti antisemiti vengono denunciati alle autorità, soprattutto quando toccano degli stranieri.

Da parte sua, una collaboratrice dell’ufficio turistico locale ha affermato che quest’anno nella località grigionese la situazione è molto migliorata e che l’atmosfera è buona. Ma per Kreutner, ciò è dovuto anche a un calo del numero di visitatori: “A causa della guerra in Medio Oriente e della data tardiva di un giorno di digiuno ebraico, quest’anno ci sono meno clienti ebrei a Davos”, ha spiegato.

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