Il fronte del "no" avanza con l'avvicinarsi della votazione del 21 maggio sulla nuova legge sull'energia. Se il popolo fosse stato chiamato alle urne il 29 aprile, data del secondo sondaggio dell'istituto gfs per conto della SSR, i favorevoli l'avrebbero comunque spuntata con il 56% dei voti (-5 punti rispetto) contro il 37% di contrari (+7) e il 7% di indecisi. Questo risultato resta il più probabile, ma se la tendenza proseguisse una vittoria degli oppositori resta possibile, anche se non ineluttabile. Nella Svizzera italiana si è passati da un 68% a 21% a un 54% contro 33%.
L'adesione al progetto è forte fra gli elettori del PS ed ecologisti, meno fra quelli del PPD, il partito della consigliera federale Doris Leuthard, che detiene il dossier. I liberali-radicali sono più o meno equamente divisi, mentre i democentristi sono risolutamente schierati nel campo del "no". L'abbandono dell'atomo polarizza la popolazione, mentre sui favorevoli fanno presa soprattutto gli argomenti legati ai possibili nuovi impieghi nel campo delle energie pulite e sui contrari quelli legati ai costi supplementari.
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L'esito del primo sondaggio:
Il nostro approfondimento:
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