In seno all’esercito non vi è alcun “buco” finanziario, né sussistono problemi di liquidità. Lo ha affermato oggi, venerdì, davanti ai media la presidente della Commissione delle finanze del Consiglio nazionale (CdF-N), la socialista Sarah Wyss.
Stando alla consigliera nazionale, il Dipartimento federale della difesa, rappresentato in commissione dalla “ministra” Viola Amherd e dal capo dell’esercito, Thomas Süssli, è stato in grado di dimostrare in maniera trasparente e credibile che in seno all’armata non ci sono problemi di ordine finanziario. Per questo non verranno intrapresi ulteriori passi, ha sottolineato.
“Tutti i contratti posso essere onorati nel quadro dei crediti concessi”, ha sostenuto la deputata, la quale ha ammesso che la materia è tuttavia assai complessa. Il fatto che il parlamento abbia deciso di fissare al 2035, invece del 2030, l’aumento delle spese per la truppa fino all’1% del PIL ha obbligato l’esercito a rivedere la sua pianificazione, solitamente a lungo termine, ciò che ha implicato la rinegoziazione di diversi contratti.
Denuncia penale per violazione del segreto d’ufficio
Insomma, del “buco” finanziario di cui hanno parlato i media - si parlava di 1,3 miliardi di franchi - dovuto a spese eccessive, non vi è traccia.
A tale riguardo, Wyss ha annunciato che la commissione ha deciso di sporgere denuncia penale per violazione del segreto d’ufficio in relazione a un documento interno dell’esercito finito nella mani dei media.
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