La situazione a Gaza, dove continuano le operazioni militari di Israele, si fa sempre più drammatica: di questo si tornato a parlare anche ieri sera, venerdì, in una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York. L’occasione per la Svizzera di richiamare l’attenzione sulla situazione di grave insicurezza alimentare nella Striscia.
È stata l’ultima riunione dell’anno del Consiglio di sicurezza, che ancora nel 2024 conterà fra i suoi membri non permanenti la Confederazione. Confederazione che è tornata a insistere sulla necessità di trovare una soluzione politica duratura in Medio Oriente, ovvero la soluzione a due Stati: quello ebraico, ma anche quello palestinese.
Prospettiva che tuttavia si allontana con il protrarsi del conflitto fra Israele e Hamas e con il rischio di un allargamento regionale. A chiedere la riunione di emergenza sono stati gli Emirati Arabi Uniti. Le preoccupazioni più immediate riguardano la situazione umanitaria a Gaza. La Svizzera insieme al Brasile, quindi, ha depositato una dichiarazione sull’acuta insicurezza alimentare nel territorio palestinese, privato di beni di prima necessità, dove - lo ricordiamo - le strutture sanitarie sono collassate e dove i combattimenti e i bombardamenti continuano a fare strage di civili.
L’ambasciatrice elvetica all’ONU Pascale Baeriswyl ha sottolineato come l’insicurezza alimentare colpisca più del 90% della popolazione. E nel testo l’urgenza è tradotta in cifre: 500mila persone si trovano in una situazione alimentare catastrofica, almeno due milioni non riescono a procurarsi il cibo necessario o lo fanno solo vendendo i loro beni. Gli aiuti umanitari forniti finora restano insufficienti. Per Svizzera e Brasile è fondamentale che riprenda il trasporto commerciale nella Striscia, e che l’agricoltura torni a produrre, in modo da tornare - almeno - a riempire gli scaffali nei negozi.
Nella Striscia, stando alle autorità sanitarie che fanno capo a Hamas, sono morte oltre 20’000 persone dall’inizio dei bombardamenti e dalle operazioni militari lanciate da Israele dopo il sanguinoso attacco perpetrato dal movimento islamista e nazionalista palestinese contro lo Stato ebraico lo scorso 7 ottobre.
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