Il Consiglio federale non deve intervenire con misure di sgravio a favore di popolazione e aziende per contrastare l'aumento del costo della benzina attualmente in atto. È quanto stabilito dal Consiglio degli Stati che, nel corso della sessione straordinaria di lunedì sul tema, ha bocciato quattro mozioni in tal senso presentate dall'UDC.
A seguito del conflitto in Ucraina, i prezzi del carburante e del combustibile sono aumentati notevolmente in un breve lasso di tempo, hanno dichiarato in aula i deputati democentristi. Il poker di mozioni, fra cui ne figuravano due depositate dal consigliera agli Stati ticinese Marco Chiesa, pensate per alleviare i cittadini da questo onere sono però tutte state respinte chiaramente dal plenum.
Dibattito acceso
Dal dibattito, a tratti molto animato, è emerso che la necessità di fare qualcosa è abbastanza condivisa: quella che divide i partiti è però il come. Il PLR e Alleanza del Centro vorrebbero altre vie, e ritengono che un intervento di questo tipo dello Stato non sia il modo giusto.
Anche a sinistra, PS e Verdi, sono preoccupati per l'aumento dei prezzi della benzina e dell'energia in generale, ma ritengono che occorra aiutare in modo mirato i cittadini con i salari più bassi di fronte al rincaro e non solo chi viaggia in automobile, tra i quali c'è anche chi non ha bisogno di aiuto.
Maurer: "Respingere le mozioni"
Lo stesso ministro delle finanze Ueli Maurer, ha invitato a respingere le mozioni, "non è il momento giusto per interventi immediati - ha affermato - visto che questa situazione non è temporanea ma potrebbe durare molto tempo". Un gruppo di lavoro sta valutando come è possibile intervenire.