Le conseguenze del terremoto che il 12 gennaio 2010 devastò Haiti sono ancor ben visibili e il paese non ha ritrovato la stabilità politica, ma sul posto è stato fatto tanto, tantissimo. Tanto che, stando a un’accurata analisi degli effetti svolta negli scorsi mesi, il 90% delle economie domestiche del paese oggi dichiara di poter far fronte ai propri bisogni fondamentali e di aver potuto ripristinare le proprie basi esistenziali grazie ai progetti di aiuto sostenuti dalla Catena della Solidarietà. La grande generosità della popolazione svizzera, fino al 2018, ha permesso di finanziare 91 progetti messi in atto da 21 organizzazioni umanitarie partner, per una cifra complessiva di 63 milioni di franchi per case, centri di salute, latrine, pozzi, attrezzi agricoli, sementina, rimboschimento, animali d'allevamento, serbatoi, scuole e vie di evacazione.
La qualità di quanto realizzato è stata confermata nel 2016 quando l’uragano Matthew ha investito il sud-ovest dell’isola lambendo anche i territori della ricostruzione e lasciando dietro di sé una scia di devastazione. Le case finanziate dalla Catena della Solidarietà, sottolinea una nota, hanno resistito alla furia degli elementi, cosa finora mai vista dagli abitanti del luogo. Il 75% delle economie domestiche utilizza inoltre tuttora i pozzi risanati o costruiti dai partner della Catena della Solidarietà. La fondazione si dichiara molto soddisfatta anche per essere riuscita a stimolare un approccio partecipativo da parte della popolazione e delle autorità nonché la programmazione sul lungo termine dei progetti, che una volta terminati vengono trasmessi alle strutture locali.
Haiti dieci anni dopo
Il Quotidiano 06.01.2020, 20:00
Haiti 10 anni dopo, il bilancio della catena
Telegiornale 06.01.2020, 21:00