La corsa al Consiglio federale, si sa, non risparmia certo rilievi, critiche o anche polemiche accese a coloro che vi partecipano. E a far discutere, negli ultimi giorni, è stato il doppio passaporto di Jacqueline De Quattro: l'esponente del PLR vodese, unitamente alla cittadinanza svizzera, ha infatti anche quella italiana, conseguita con il suo matrimonio.
C'è chi ravvisa in questa duplice cittadinanza un motivo di ineleggibilità in Consiglio federale. La tesi è stata sostenuta apertamente da Peter Keller, consigliere nazionale dell'UDC, sulle colonne del Blick.
Secondo il quadro giuridico, tuttavia, la questione non implica ostacoli per la consigliera di Stato vodese. La Costituzione federale, infatti, si limita a indicare che può essere eletto in Governo qualsiasi cittadino che ha il diritto di voto. Sul piano del Parlamento, invece, va peraltro rilevato che sono già numerosi i consiglieri nazionali con doppio passaporto. La ministra vodese, intanto, ha peraltro annunciato di essere anche pronta a rinunciare alla nazionalità italiana.
Quanto alla doppia cittadinanza in sè - possibilità autorizzata in Svizzera dal 1992 - essa è dall'inizio dell'anno consentita anche ai membri del corpo diplomatico e dei servizi consolari della Confederazione. Il divieto di una seconda nazionalità, vigente in precedenza, è stato infatti giudicato obsoleto e rimosso dal Governo. Tanto più che vi sono Stati che non permettono lo svincolo dalla propria cittadinanza.
Da parte sua il DFAE, contattato dalla RSI, sottolinea la forte identificazione, da parte di chi intraprende la carriera diplomatica, con gli obiettivi di politica estera della Svizzera.
RG/ARi
RG 18.30 del 27.07.17 - Mattia Serena in collegamento da Berna con Gabriele Bohrer
RSI Info 27.07.2017, 22:49
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