Il tracollo di Credit Suisse: sono passati quasi due anni e stamattina (venerdì) sarà pubblicato l’atteso rapporto della commissione parlamentare d’inchiesta, chiamata a far luce sul ruolo avuto dalle autorità, dal Consiglio federale all’organo di vigilanza FINMA. Una cosa appare chiara sin d’ora: con l’acquisizione da parte di UBS, la questione di come gestire il fallimento di una grande banca è tutt’altro che risolta. Per Peter V. Kunz, professore di diritto economico all’Università di Berna, anche UBS deve poter fallire.
Prof. Kunz, partiamo dal rapporto della commissione. Quali sono le sue aspettative?
Non mi aspetto molto, ad essere sincero. Alla fine il fallimento del Credit Suisse non sarà stata responsabilità delle autorità, ma della direzione e del consiglio di amministrazione. Spero almeno che si sappia come la vigilanza abbia funzionato o non abbia funzionato negli ultimi anni. E come viene valutato il ruolo attivo avuto dalle autorità nel mese di marzo 2023, cioè se non c’erano alternative alla fusione.
Molti si aspettano critiche rivolte soprattutto alla FINMA. E c’è chi chiede che le vengano fornite possibilità di intervento più incisive nei confronti delle banche. È necessario?
Non so se il rapporto presenterà proposte legislative concrete. Da oltre un anno ci sono diverse proposte sul tavolo, ma il Parlamento voleva attendere il rapporto prima di attivarsi. Le varie proposte punteranno in primo luogo a rafforzare il potere della FINMA. Tuttavia, bisogna essere consapevoli che non si può esagerare, per non limitare eccessivamente le possibilità commerciali delle grandi banche in Svizzera. Alla fine, il risultato sarà probabilmente un altro buon compromesso svizzero.
Dopo l’acquisizione ci ritroviamo con una UBS ancora più grande, troppo grande per fallire... quali accorgimenti sono necessari per evitare che si ripeta un caso come quello del Credit Suisse?
UBS rappresenta un rischio reale per l’economia svizzera. E questo rischio è destinato ad aumentare in futuro. La cosa più ovvia da fare è adottare misure preventive, come aumentare i requisiti di capitale proprio, di liquidità, ecc. Personalmente, però, sono dell’idea che queste misure non saranno mai sufficienti perché non sappiamo come si presenteranno i rischi. Perciò, per me è fondamentale che ci si prepari meglio alla liquidazione di una grande banca in crisi. In particolare, è necessario distinguere tra una parte che può fallire e un’altra, di rilevanza sistemica, che deve essere salvata. In questo ambito, credo che la Svizzera abbia ancora molto lavoro da fare.
Le regole del too big to fail (troppo grandi per fallire) esistevano però già. Come mai non hanno funzionato con Credit Suisse?
Non capisco come sia possibile che il Consiglio federale abbia preparato per 15 anni un sistema di liquidazione e salvataggio di una banca, e poi, all’improvviso, quando si trattava di applicarlo, non lo ha fatto. Spero che il rapporto abbia indagato questo punto e fornisca qualche risposta, perché nel marzo 2023 si è detto improvvisamente che non c’erano alternative alla fusione. Lo ritenevo sbagliato allora, e lo ritengo sbagliato ancora oggi.
Lei sostiene che anche la nuova UBS deve poter fallire... sarebbe però un terremoto per la Svizzera.
Bisogna rendersi conto che qualsiasi fallimento bancario porta a un terremoto, soprattutto nel caso di una grande banca. Un fallimento di UBS scuoterebbe non solo la Svizzera ma tutto il mondo. Per questo è ancora più importante prevenirlo e nel peggiore dei casi avere pronta una liquidazione ordinata. Sarebbe uno tsunami finanziario. Ma non c’è alternativa a quella di prepararsi. Con UBS non abbiamo più una situazione come quella del Credit Suisse, con un’altra grande banca in grado di venire in soccorso con una fusione. In altre parole, se in futuro UBS dovesse trovarsi di fronte a una crisi esistenziale, l’unica vera opzione sarebbe un intervento della Confederazione, e quindi dei contribuenti. Francamente questo non dovrebbe capitare in uno Stato liberale.

In attesa del rapporto sul crollo di Credit Suisse
Telegiornale 19.12.2024, 20:00