L’iniziativa popolare “Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli” chiede che chi è condannato per aver leso l’integrità sessuale di un fanciullo o di una persona dipendente, sia definitivamente privato del diritto di esercitare un’attività professionale od onorifica a contatto con minorenni o persone dipendenti.
Con la proposta, sostenuta soprattutto da Marche Blanche e dall'Unione democratica di centro, si intende impedire la recidiva. Per essere approvata, l'iniziativa deve ottenere sia la maggioranza assoluta dei voti, sia la maggioranza dei cantoni.
Il Codice penale prevede già un’interdizione dell’esercizio di una professione, ma si tratta di un divieto di portata ristretta, poiché limitato a cinque anni e poiché può essere disposto soltanto se l’autore commette un reato nell’esercizio della sua professione e se sussiste il rischio che abusi della sua attività per commetterne altri.
La domanda che figura sulla scheda
Volete accettare l'iniziativa popolare "Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli"?
Governo d'accordo ma...
Il Consiglio federale, d’accordo sul principio, ha avviato una modifica del diritto penale ancor prima che l’iniziativa venisse depositata. La modifica di legge, adottata nel frattempo dal Parlamento, prevede un’interdizione di esercitare un’attività più ampia rispetto a quella prevista dall’iniziativa. Per questi motivi il Consiglio federale respinge l’iniziativa, mentre il Parlamento non ha formulato nessuna raccomandazione di voto. Il Nazionale e gli Stati hanno adottato la modifica di legge nel 2013.
Senza referendum, le nuove disposizioni potranno entrare in vigore rapidamente. La società sarà comunque più tutelata dai rischi di recidiva anche se l’iniziativa fosse respinta, sostiene la Cancelleria federale nell'opuscolo informativo. Se invece fosse accettata, la modifica di legge entrerebbe comunque in vigore; il diritto penale dovrebbe però essere riesaminato e completato.
Gli argomenti degli iniziativisti
"Molti pedofili sono recidivi, per cui è importante che non possano più lavorare a contatto con fanciulli in scuole, istituti per disabili o associazioni sportive. Non è infatti ammissibile che criminali sessuomani, dopo aver scontato la loro condanna, possano tornare a esercitare un’attività che permetta loro di essere di nuovo a contatto con potenziali vittime", dichiarano i sostenitori all'iniziativa.
"Una legge recentemente adottata dal Parlamento tratta lo stesso argomento e prevede l’obbligatorietà di un’interdizione di dieci anni di esercitare un’attività, ma soltanto in seguito a una pena di almeno sei mesi. Numerosi pedofili non saranno toccati da quest’interdizione obbligatoria o potranno tornare a lavorare con fanciulli o minorenni già dopo dieci anni", ribadiscono gli iniziativisti.
Alcune cifre
Secondo l'Ufficio federale di statistica, nel 2012 in Svizzera 1’203 persone sono state accusate di atti sessuali con minori. Stando alle stime una donna su quattro e un uomo su dieci hanno subito abusi sessuali, compresi avvenimenti unici e abusi senza contatto fisico, durante la loro infanzia. Due terzi delle vittime sono bambine, un terzo bambini. L'età più a rischio si situa tra i 7 e i 12 anni.
Red. MM/bin
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