Classe 1961, già medico cantonale e vicepresidente della Federazione dei medici svizzeri (FMH), Ignazio Cassis fa parte del Consiglio nazionale da ormai un decennio e si è profilato fin dall’inizio come il favorito per la successione a Burkhalter. In Ticino non fa certo l’unanimità dei consensi, ma nel resto del paese, durante la sua campagna, ha incarnato efficacemente le istanze di rappresentatività della Svizzera italiana.
Ha dovuto anche misurarsi più volte con le accuse di lobbismo per le casse malati e con quelle legate alla questione del doppio passaporto, poi chiusa con la sua rinuncia alla nazionalità italiana. In vista della decisione delle Camere, ha già incassato il sostegno della maggioranza del gruppo UDC, che comprende 74 dei 246 parlamentari federali.
Giocano a suo favore: la prolungata assenza di un ticinese in Governo; una solida conoscenza della “macchina” federale, anche grazie all’importante ruolo di capogruppo del PLR alle Camere; apprezzamenti diffusi nella Svizzera tedesca.
Giocano a suo sfavore: le sue posizioni in materia di sanità e previdenza, che lo pongono inevitabilmente in rotta di collisione con l’area di sinistra; l'appoggio negato da parte della Lega dei ticinesi.
ARI/bin