Svizzera

Il WEF entra nel vivo

Discussioni condizionate dalla congiuntura economica, dalla crescita rallentata, dall’inflazione, dai costi per l’energia, dalla guerra in Ucraina e dalla crisi climatica

  • 16 gennaio 2023, 20:38
  • 20 novembre, 12:09
03:44

SEIDISERA del 16.01.2022 - La diretta di Pierre Ograbek

RSI Info 16.01.2023, 20:38

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Di: SEIDISERA/P. Ograbek 

C'è fermento oggi (lunedì) a Davos, nel giorno dell'inaugurazione del Forum economico mondiale (WEF), giorno che prevede la consegna dei riconoscimenti ad alcuni protagonisti del mondo culturale (i Crystal Awards) e il ricevimento ufficiale da parte del fondatore, Klaus Schwab e consorte. E si registra una maggiore affluenza rispetto agli altri anni, quando si aspettava il martedì, per entrare veramente in materia.

Le discussioni, quest’anno, saranno pesantemente condizionate dalla congiuntura economica, dalla crescita rallentata, dall’inflazione, dai costi per l’energia, dalla guerra in Ucraina. Tanti temi pesanti, che vanno ad aggiungersi all’immancabile crisi climatica, ai tradizionali temi economici.

Quest’anno come titolo si è scelto: “La cooperazione in un mondo frammentato”. Titolo molto generico, che si presta a diverse letture e offre una paletta di temi piuttosto ampia.

A Davos ogni anno vengono presentate diverse iniziative per lottare contro la povertà, le diseguaglianze, per contenere i cambiamenti climatici… oggi pomeriggio ne è già stata presentata una, promossa dalla Svizzera, affinché l’edilizia diventi pure uno strumento per combattere il surriscaldamento. Trentuno Paesi hanno dato vita a una piattaforma che promuoverà un approccio più sostenibile nella gestione di edifici, infrastrutture, spazi pubblici e paesaggi. Inoltre in questo momento, a Davos, la Confederazione è già attiva diplomaticamente anche con altri due consiglieri federali (oltre ad Alain Berset): Guy Parmelin e Albert Rösti, che stanno incontrando il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck.

Quest’anno al WEF è stato annunciato un numero record di partecipanti. Motivo in più per aspettarsi un’edizione ricca di contenuti, di dichiarazioni forti? Forse no… Certo ci saranno qualcosa come 600 direttori di grandi ditte internazionali. Oltre una cinquantina di capi di Stato e di Governo. Decine e decine di ministri provenienti da tutto il mondo. Però mancano i grossi nomi, che di solito garantiscono momenti di grande attenzione. Quest’anno ci sarà il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ci saranno ben 10 commissari europei accanto alla presidente Ursula von der Leyen. Ci saranno sei consiglieri federali su sette... ma ci sarà anche una lunga lista di assenti. Partendo dalla delegazione statunitense, decisamente di secondo piano. Non ci saranno altri rappresentanti dei G7, accanto a Scholz. Sono assenze su cui riflettere. Che sollevano l’interrogativo su quanto imprescindibile sia attualmente una presenza a Davos, a questo Forum economico che ha comunque scritto alcune pagine importanti della diplomazia mondiale.

Nelle scorse settimane si era speculato su un’eventuale presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy qui nei Grigioni. Oggi è arrivata sua moglie Alena. Accompagnata da una delegazione piuttosto folta. Ma dall’altro lato non ci sarà alcun rappresentante russo. E questo è uno dei tanti segnali di come ci si trovi attualmente in un mondo decisamente frammentato.

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