Nel 2020 oltre un quarto dei cittadini svizzeri non è andato dal dentista perché non poteva permetterselo e il numero sembra destinato ad aumentare, vista anche la crescita dell’inflazione. Lo rileva l’International Health Policy Survey, che fornisce dati comparativi sui sistemi sanitari dei Paesi europei e degli Stati Uniti. “Il numero delle persone che rinuncia alle cure dentarie ha probabilmente subito un’ulteriore impennata da allora”, commenta François Tscherra, direttore della fondazione Point D’Eau, che da vent’anni offre a Losanna cure dentistiche quasi gratuite a chi non può permetterselo. La domanda di questo servizio è in costante aumento: “Prima avevamo uno studio, ora ne abbiamo aperto un secondo”, spiega Tscherra, “ma non è sufficiente”.
Stando a quanto riportato dai pazienti, spesso decidono di farsi curare “solo quando il dolore diventa insopportabile”, rileva il direttore di Point D’Eau. Permettersi di andare dal dentista non è però un problema solo per i working poor, ma anche - e sempre più di frequente - per le famiglie del ceto medio. “Le cure dentarie non dovrebbero essere considerate come un lusso per una fascia crescente della popolazione”, sottolinea Serge Borgis, dentista e direttore della Clinica odontoiatrica dell’Ospedale universitario di Ginevra. Un problema ai denti che non viene debitamente trattato può causare delle conseguenze gravi anche sullo stato di salute generale, ricorda Borgis.
Nonostante queste difficoltà, il popolo ha bocciato le iniziative cantonali per un’assicurazione di base per le cure dentarie finora proposte.