Svizzera

Il lato umano del Mitholz

Lo sgombero dell'ex deposito di munizioni crollato nel 1947 va oltre l'operazione di risanamento - Il reportage della RSI tra gli abitanti del villaggio nell'Oberland bernese

  • 29 aprile 2023, 20:57
  • 20 novembre, 11:25
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Risanamento di Mitholz, un progetto unico

Telegiornale 29.04.2023, 20:00

Di: TG/Zala/Pa.St. 

L'operazione di sgombero dell'ex deposito di munizioni di Mitholz, nell'Oberland bernese, costerà circa 1,5 miliardi di franchi. Ma la Confederazione chiede un credito d'impegno massimo di 2,6 miliardi, che considera anche i rischi del progetto. Un credito su cui il Parlamento si esprimerà la prossima settimana, durante la sessione speciale. E deciderà se dare luce verde o meno al risanamento della zona.

È da ormai quasi cinque anni che si parla di Mitholz e dell'ex deposito saltato in aria nel 1947. Sotto le rocce si trovano ancora oggi 3'500 tonnellate di munizioni. E il pericolo di nuove esplosioni è più elevato del previsto.

Tra chi deve partire e chi può restare

La vicenda va al di là dell'operazione di risanamento. È una storia che tocca direttamente gli abitanti del villaggio: per alcuni di loro si prospetta l'abbandono definitivo della propria abitazione. "È una sensazione di grande vuoto. Questa casa è stata, per 257 anni, in possesso della mia famiglia. Qui avrei voluto invecchiare, ma purtroppo è tutto finito" racconta ai microfoni della SSR Walter Lüthi.

Per chi non si trova nella zona di pericolo, e che può quindi restare, non mancano invece gli interrogativi sul futuro: "Cosa sarà di questo paese fra dieci anni? Resteremo da soli?" si chiede, per esempio, Urs Raber.

Un progetto unico

L'operazione prevista per il risanamento dell'area è un progetto unico nel suo genere, come spiega il responsabile Adrian Götschi: "Da qui passano una strada nazionale e un'importante linea ferroviaria. Sono presenti diverse case da proteggere. Abbiamo rocce che rischiano di crollare. E una situazione delle acque freatiche molto delicata, con un livello di contaminazione molto elevato". Se il Parlamento dovesse bocciare il credito, "non abbiamo un piano B: il risanamento va effettuato, non ci sono alternative" sottolinea Götschi.

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