All'indomani di Credit Suisse, tocca a UBS tenere la sua assemblea generale. Gli azionisti sono accorsi alla St.-Jakob-Halle - un complesso multifunzionale - di Basilea per un incontro che si annuncia caldo, alla luce di vari temi in discussione, primi fra tutti l'acquisizione di Credit Suisse, i compensi dei top manager e le implicazioni della banca nel riscaldamento globale. La riunione è cominciata alle 10.00
Come noto i soci nulla potranno decidere riguardo alla fusione con Credit Suisse: l'operazione di salvataggio (operazione commerciale, nelle parole della consigliera federale Karin Keller-Sutter) è stata orchestrata sopra le loro teste dal governo elvetico, che ha fatto ricorso al diritto di urgenza mettendo fuori gioco le normative appositamente create per occasioni di questo tipo. Sulla questione non mancheranno però gli interventi.
Credit Suisse, la rabbia degli azionisti
Telegiornale 04.04.2023, 20:00
"Il marchio Credit Suisse rimarrà per il momento"
Il marchio Credit Suisse “rimarrà per il prossimo futuro, poiché ben radicato in Svizzera”, ha dichiarato nel corso dell’assemblea il vicepresidente di UBS Lukas Gähwiler, aggiungendo che le componenti della banca verranno esaminate attentamente “nell’interesse di tutti”.
L'operazione commerciale comporta effettivamente rischi considerevoli, ma anche grandi opportunità: ha descritto per parte sua la prevista acquisizione di Credit Suisse (CS) il presidente del consiglio di amministrazione di UBS Colm Kelleher.
"Questa transazione è la prima fusione di due banche di importanza sistemica globale: la sua esecuzione è tutt'altro che semplice e comporta enormi rischi", ha ammesso il 65enne. Allo stesso tempo, però, si tratta di "un nuovo inizio per una banca combinata e per l'intera piazza finanziaria svizzera, che offre anche grandi opportunità".
La strategia di UBS è chiara e non viene influenzata dall'acquisizione, ha proseguito il manager di doppia nazionalità britannica e irlandese. Anche se l'integrazione di CS è ora un obiettivo chiave per la dirigenza, ciò non significa che altre iniziative di crescita saranno messe da parte, ha assicurato.
I riacquisti di azioni proprie sono stati temporaneamente sospesi, ma si cercherà di riprenderli "il più rapidamente possibile". Pertanto, la proposta di un nuovo programma di acquisto di azioni proprie nel 2023 è stata lasciata all'ordine del giorno.
"Il 2022 è stato un anno eccezionalmente difficile, segnato da tragedie e incertezze", ha dichiarato Kelleher. La guerra in Ucraina ha causato grandi sofferenze e non se ne vede la fine. A ciò si sono aggiunte molte altre sfide, come un drastico aumento dell'inflazione, un'elevata volatilità dei mercati e una crescita generale delle tensioni geopolitiche.
"Fiducioso che Ermotti condurrà banca in modo sicuro"
“Sono fiducioso che il nuovo Ceo Sergio Ermotti, con il suo curriculum e la sua esperienza, condurrà la banca in modo sicuro attraverso questa prossima fase", ha affermato per parte sua il presidente della direzione uscente di UBS, Ralph Hamers.
l salvataggio del CS da parte di UBS, orchestrato dal Consiglio federale il 19 marzo, è stato "un botto", ha dichiarato il 57enne. Alla luce delle nuove priorità dovute all'acquisizione di CS il consiglio di amministrazione (Cda) ha cercato un diverso profilo di leadership al vertice. "Come sapete, ho presentato le mie dimissioni nell'interesse dell'azienda e dei suoi azionisti, nell'interesse della Svizzera e del suo settore finanziario", ha aggiunto.
Sergio Ermotti.
Ermotti - che non appare presente alla riunione - assumerà la carica di Ceo subito dopo l'assemblea generale. Il Cda lo aveva nominato a sorpresa pochi giorni or sono, il 29 marzo. Era già stato numero uno di UBS per nove anni, dal settembre 2011 all'ottobre 2020 e gli era subentrato proprio Hamers.
Secondo il manager olandese - che rimarrà comunque a disposizione di UBS - l'acquisizione di Credit Suisse porta con sé grandi opportunità: verrà creata una banca con attivi in gestione per un totale di 5000 miliardi di dollari. La posizione di UBS come principale gestore patrimoniale ne uscirà quindi rafforzata. Lo stesso vale per la gestione patrimoniale per gli investitori istituzionali (Asset Management), che gestirà un patrimonio combinato di 1500 miliardi.