Abbandonare una via per abbracciarne un'altra. È questo l'intento del Consiglio federale, dichiarato al momento dell'annuncio delle definitive esequie dell'accordo quadro. Torna così a essere oggetto di discussione il miliardo di coesione, che il Consiglio federale vorrebbe versare all'Unione europea per riprendere un dialogo che reputa necessario. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il Parlamento, che nel dicembre 2019 lo aveva bloccato a seguito del mancato riconoscimento da parte di Bruxelles dell'equivalenza borsistica.
Un anno e mezzo e un mancato accordo dopo, quanto sono mutati gli equilibri a Palazzo federale? "Di principio il PLR è sicuramente disposto a valutare una misura simile – spiega ai microfoni della RSI il Consigliere nazionale e capogruppo del PLR Beat Walti. Il Consiglio federale ha annunciato di voler dare avvio a un nuovo dialogo con l'Unione europea: è quindi necessario verificare tutte le questioni aperte senza preconcetti. Il miliardo di coesione è un elemento dei rapporti bilaterali. Non credo però che il Parlamento decida di sbloccarlo senza che venga almeno abbozzata la direzione delle future relazioni con l'UE auspicata dal Consiglio federale".
Un'apertura al dialogo condivisa dall'alleanza del centro, come conferma la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter: "La collaborazione con l'Unione europea andrà forse incontro a una piccola era glaciale. È importante in un primo passo stabilizzare le relazioni con Bruxelles e tentare di sviluppare ulteriormente la via bilaterale. Un contributo in questo senso potrebbe giungere dallo sblocco del miliardo di coesione. Presumibilmente il Consiglio federale confezionerà un pacchetto contenente anche questo miliardo, che il Centro si premurerà di valutare".
Il PS, da parte sua, si spinge oltre, invocando l'innalzamento di questo contributo. Agli antipodi invece la posizione dell'UDC, che rigetta questo pagamento. È dunque chiaro sin d'ora che le discussioni in Parlamento si preannunciano accese.