"Ho chiesto a un amico infettato di sputare in un bicchiere, poi ci ho aggiunto un po' d'acqua e l'ho bevuto con la speranza di ammalarmi di Covid. Cinque giorni dopo sono risultato positivo". A raccontarlo è Edgar, 21enne studente di medicina a Ginevra, che lo scorso settembre è riuscito in questo modo a contrarre il coronavirus. Il suo scopo? Praticamente certo, perché in giovane età e buona salute, di superare la malattia con un decorso molto blando, è riuscito così una volta guarito a ottenere il Covid pass senza doversi vaccinare. Il motivo determinante è stata "l'obbligatorietà di avere il certificato per accedere a molti luoghi pubblici" dovendo pagare di tasca propria i test. "Spendere 40 franchi a settimana per farmi testare non era sostenibile", afferma.
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Telegiornale 22.12.2021, 21:00
Come lui sono in tanti. RTS ha raccolto le testimonianze di diverse persone disposte a farsi contagiare. "Cinque piccoli giri di un cotton fioc nel naso di un malato, poi altri 5 nelle tue narici e in un giorno e mezzo il gioco è fatto. Siamo decine ad averlo fatto nelle ultime tre settimane. È ridicolo", si può leggere sui social, dove si trovano anche appelli di questo tipo: “Se conoscete qualcuno che l’ha preso, scrivetemi in privato”.
Anche il Dipartimento della sanità ginevrino ha ricevuto diverse segnalazioni. Aglé Tardin, medica cantonale, è molto critica: "Anche i guariti", ricorda, "devono comunque ricevere una dose di vaccino per garantire un'immunità duratura". E infettandosi "ci si assume dei rischi nei confronti della società e dei propri cari".
Senza dimenticare, sottolinea il professore di diritto penale dell'Università di Ginevra Alex Jeanneret, che si commette un reato: "Si tratta di un'infrazione che riguarda la trasmissione di una malattia. Si infrangono norme che servono a proteggere la salute pubblica. Parliamo di un interesse giuridico collettivo del quale non possiamo disporre individualmente. Queste infrazioni mettono in pericolo la collettività".