Svizzera

Jihadista svizzera a processo

Una 30enne svizzera è accusata dal TPF di aver violato la legge che vieta i gruppi estremisti islamici

  • 15 dicembre 2017, 11:13
  • 23 novembre, 03:15
La sede del Tribunale penale federale a Bellinzona

La sede del Tribunale penale federale a Bellinzona

  • ©Ti-Press

È iniziato venerdì davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo a una trentenne svizzera accusata di viaggi con finalità jihadiste. Alla donna è contestata la violazione della legge federale che vieta i gruppi al Qaida e IS.

Nel dicembre 2015 l'imputata, domiciliata a Winterthur, ha viaggiato illegalmente col figlio, allora di 4 anni, dall'Egitto verso la Siria per unirsi ai combattenti del sedicente Stato islamico. Ha venduto tutto ciò che aveva per finanziare il viaggio a Raqqa. Secondo l'atto di accusa, ha pagato 12'000 franchi a un'organizzazione di trafficanti per arrivare a Creta. Ha proseguito in aereo fino ad Atene con l'intenzione di recarsi poi in Turchia e raggiungere infine il territorio siriano. È stata arrestata dalle autorità greche il 2 gennaio 2016 alla frontiera turca.

Convertitasi all'Islam nel 2009, ha respinto i valori occidentali e ritiene di non avere alcun futuro in Svizzera, Stato che a suo avviso combatte l’IS ed è quindi giusto che sia colpito da un attentato.

ATS/EnCa

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