Svizzera

Jihadisti "accolti" in Svizzera

Avrebbero fondato società, aperto conti bancari e si sarebbero fatti curare in cliniche ticinesi, sostiene un’inchiesta giornalistica

  • 10 giugno 2018, 15:09
  • Oggi, 01:13
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I servizi segreti italiani sostengono sia il principale finanziatore delle milizie islamiche libiche: un uomo definito pericoloso secondo il ministero dell'Interno italiano, addirittura "il prestanome dei jihadisti in Libia". Ma è anche un uomo d'affari e sarebbe leader di una milizia libica che opera sotto la bandiera di al-Qaeda. Ciononostante, secondo una vasta inchiesta giornalistica pubblicata da Le matin Dimanche e SonntagsZeitung, nel 2014, con il fratello sarebbe stato ricevuto in Svizzera a braccia aperte.

Tanto che in aprile di quell’anno ha aperto una società di trading petrolifera come azionista di maggioranza grazie a un noto studio di Lugano. Una società però che ora sarebbe in liquidazione da febbraio. E in Svizzera avrebbe potuto anche aprire un conto alla Banca Migros il cui capitale supererebbe i 100'000 franchi.

Stando ai due domenicali, sarebbe bastata una semplice ricerca in Internet per sapere che il libico apparteneva alla Lybia Schield Force, una milizia vicina al Qaida stando alle autorità americane.

Nelle carte di un’inchiesta italiana, si parla di soggetti libici legati al jihadismo e di sospette transazioni a livello transazionale passando per Lugano.

Ma c’è di più, perché qui entrerebbe in gioco un altro libico, vicino all’organizzazione fratelli mussulmani. Vive in Ticino da inizio 2000 e avrebbe operato come intermediario per far curare pazienti libici in note cliniche private ticinesi. Una quarantina in tutto tra familiari e miliziani. Questo per conto di un'assicurazione malattia di Tripoli che finanzierebbe le cure di jihadisti in Europa.

In Svizzera, non esiste nessuna inchiesta ufficiale contro i due libici. I servizi segreti italiani invece riterrebbero l'uomo d'affari pericoloso e starebbero indagando su transazioni finanziarie sospette nella Confederazione, scrivono i due giornali.

MP/ATS

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