Svizzera

Koch: "La mascherina non è la panacea"

L'ex "Mister Covid" della Confederazione ospite a 60 Minuti: "Un nuovo lockdown non è praticabile"

  • 26 ottobre 2020, 22:30
  • 22 novembre, 18:17
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Di: eb 

La gestione di questa seconda ondata può e deve essere diversa dalla prima. Un nuovo lockdown non è più sostenibile e altre misure estreme, come la chiusura delle scuole, non sono più necessarie perché oggi conosciamo meglio il virus. A spiegarlo è l'ex capo del Divisione malattie infettive dell'Ufficio federale di sanità pubblica, Daniel Koch, ospite della puntata di 60 Minuti di lunedì 26 ottobre.

In questa seconda ondata, "non potremo più fare quello che abbiamo fatto in primavera, non potremo più chiudere tutto di nuovo: ci vogliono delle misure sicuramente serie e importanti, ma non devono durare così a lungo", ha affermato, auspicando, tra le altre cose, "più test e più disciplina" da parte della popolazione. Per questo, secondo l'ex "Mister Covid", è importante "una buona comunicazione" ai cittadini, per spiegare chiaramente l'importanza delle misure igieniche.

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Mascherine

Tra queste, Koch cita anche l'uso della mascherina, sebbene egli stesso, durante la prima fase, ne raccomandasse l'utilizzo solo a determinate categorie più esposte. "La mascherina aiuta adesso come in primavera - puntualizza - ma bisogna portarla nel modo giusto. Poi non è l'unica misura: importante è anche la distanza e proteggere i gruppi a rischio. Se pensiamo che la mascherina sia la panacea universale, non è così".

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Nonni e bambini

Un'altra raccomandazione che aveva fatto discutere durante la prima ondata è stata quella riguardante il contatto tra nonni e bambini. Daniel Koch, in particolare, era arrivato a dichiarare che gli anziani potevano "abbracciare" i nipoti senza temere di essere contagiati. "I bambini piccoli non sono i vettori della malattia, anche se ora se ne sa di più. I nonni possono abbracciare i nipotini, vederli brevemente ma non devono passare troppo tempo con loro: dobbiamo proteggere meglio i gruppi a rischio".

La decisione di chiudere le scuole in primavera è stata stata presa "perché tutti gli altri Paesi lo facevano, ed è stata una decisione giusta a suo tempo. Oggi non è più necessario. Non dobbiamo modificare tutte le nostre abitudini, dobbiamo applicare le misure che conosciamo", ribadisce.

La seconda ondata era evitabile?

"Si può dire che a posteriori avremmo dovuto fare le cose diversamente in estate, magari fare più test, ma la dietrologia non serve, dobbiamo guardare avanti, - spiega l'ex delegato alla gestione dell'emergenza Covid - sappiamo come appiattire la curva. Dobbiamo fare il possibile per ridurre il numero dei contagi. Avremo i test rapidi che stanno arrivando e le cose saranno più semplici rispetto alla primavera". Koch, infine, si dice fiducioso rispetto alla possibilità di frenare la diffusione del virus e "quando i numeri scenderanno bisognerà ricominciare a tracciare".

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