La Chaux-de-Fonds: danni per 70-90 milioni di franchi

Secondo una prima stima, i danni causati agli edifici dalla tempesta di lunedì a La Chaux-de-Fonds ammontano a 70-90 milioni di franchi. La tempesta, che ieri sera (lunedì) ha imperversato sulla cittadina per solo cinque minuti, ha colpito tra i 4'000 e i 5'000 dei 7'500 edifici della zona.

Le cifre sono state fornite martedì in occasione di un incontro con la stampa a La Chaux-de-Fonds da Jean-Michel Brunner, direttore dell'Istituzione cantonale d'assicurazione e prevenzione (ECAP). La cifra, ha spiegato, è frutto di una stima. Attualmente l'ECAP ha ricevuto quasi 1'500 chiamate per segnalare i sinistri, senza contare gli avvisi pervenuti sul canale online.

“La situazione è ora sotto controllo”. Così ha aperto la conferenza stampa Grégory Duc, comandante presso il servizio contro gli incendi e di soccorso montano neocastellano (SISMN).

All’incontro coi giornalisti, tenutosi alle 16:00, Duc ha ribadito l’appello alla popolazione di limitare gli spostamenti, evitare le escursioni nei boschi e di stare lontani dalle linee elettriche.

“L’obiettivo principale è ripristinare l’infrastruttura”, ha continuato Duc. Obiettivo in parte raggiunto, con la corrente elettrica ripristinata nella maggior parte delle economie domestiche: attualmente solo 30 famiglie (contro le 200 di questa mattina) sono senza luce.

Si guarda con particolare timore alla condizione in cui versano i boschi. “Le foreste sono pericolose” ha riferito sempre Duc, a cui ha fatto eco l’esperto di fauna e flora locale Pierre Alfter. “1'600 ettari di foresta sono stati danneggiati” ha detto quest’ultimo, sottolineando “il grande pericolo” rappresentato dai boschi. A questo riguardo, ha dunque ribadito l’invito a rimanere lontani dalla selva.

La veduta aerea fornita da un elicottero ha permesso all’autorità di disporre di “una migliore panoramica dell’area danneggiata”. “Ci sono diverse persone senza tetto sopra la testa” ha dichiarato il comandante del SISMN. Finora, tuttavia, la città non ha dovuto ospitare nessuno nelle strutture pubbliche, grazie “alla grande solidarietà tra la popolazione”.