Svizzera

La Difesa e l'informatica, un rapporto difficile

Al Dipartimento della difesa c'è subbuglio: tre analisi rivelano importanti problemi di rinnovamento delle strutture, con grossi ritardi e improvvisi aumenti di spesa

  • 13 gennaio 2023, 18:34
  • 4 luglio 2023, 11:22

SEIDISERA del 13.01.2022 - Il servizio di Gian Paolo Driussi

RSI Svizzera 13.01.2023, 19:27

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Di: SEIDISERA-Driussi/dielle

Cosa sta succedendo al Dipartimento della difesa? Ieri (giovedì) sono stati pubblicati tre rapporti che mettono in luce problemi di rinnovamento delle strutture: quelle militari e quelle civili, per un totale di quasi 20'000 postazioni di lavoro. Una questione talmente grossa e articolata che le cause dei problemi emersi in questi anni faticano ad essere individuate sia dalla politica sia dalle autorità di vigilanza, al di là di spiegazioni di carattere generale.

I progetti alla lente sono diversi fra loro ma tutti hanno generato le medesime difficoltà: grossi ritardi, improvvisi aumenti di spesa, mancanza di risorse per portarli a termine. Siamo nell'ordine di miliardi di franchi e di decine di migliaia di postazioni di lavoro. E a questo proposito la NZZ ieri, giovedì, scriveva che l'esercito rischia il disastro informatico, di certo la questione è seria.

Una spiegazione di cosa stia succedendo al DDPS la fornisce il dipartimento stesso, in un comunicato in cui riporta i risultati di un'analisi indipendente fatta eseguire dopo l'improvviso raddoppio dei costi per il nuovo sistema di sorveglianza aerea e lo sviluppo degli hardware dell'esercito (totale 314 milioni di franchi). Secondo i vertici del dipartimento piani e tempistiche non hanno coinciso e mancava personale. Pure di ieri altri due rapporti, del Controllo federale delle finanze, riguardanti lo ‘splitting’ del sistema informatico in due parti: una sotto il comando Cyber per la difesa militare, l'altra - tutta la parte civile del dipartimento di Viola Amherd - sotto il cappello dell'Ufficio federale dell'informatica. I risultati sono gli stessi: enormi ritardi, sorpassi di spesa, mancanza di risorse finanziarie e soprattutto di personale.

Ursula Schneider Schüttel, consigliera nazionale PS che presiede la Delegazione parlamentare delle finanze, conosce bene il problema: “Manca personale, ma non è un problema che vive solo il Dipartimento della difesa. In questo senso le conclusioni dei rapporti non sono sorprendenti. Anche perché la penuria di specialisti necessari per lo sviluppo di grandi progetti, comporta ritardi e quindi aumenti dei costi”.

Anche i deputati al Nazionale Rocco Cattaneo (PLR) e Fabien Fivaz (Verdi) non si dicono sorpresi. “I progetti al Dipartimento della difesa – dice alla RSI Fivaz – sono molti, estremamente grandi e ambiziosi. Si fatica a fissare delle priorità e si fatica a trovare il personale necessario per svilupparli. Non è tanto un problema finanziario. Questa è la nostra impressione”. “Si assiste prima di tutto ad una mancanza di capacità organizzative nella gestione dei progetti. E poi c'è carenza di personale specializzato… Da tre anni si discute di questo tema” gli fa eco Cattaneo.

SEIDISERA del 13.01.2022 - Il parere dell'esperto Paolo Lezzi, fondatore di InTheCyberGroup

RSI Svizzera 13.01.2023, 18:30

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Ma a questo punto perché non appaltare di più all'economia privata? In fondo l'importante è portarli a termine questi progetti… “Sì, ma significa conferire mandati esterni, con costi più alti rispetto all'utilizzo di personale proprio. Non è dunque necessariamente questa la soluzione, anche perché la mancanza di professionisti riguarda tutti, economia privata compresa” risponde Ursula Schneider Schüttel.

Valutazioni prudenti e tendenzialmente divergenti sono invece quelle riguardo ai rischi concreti per l'esercito e il Dipartimento. Si rischia il disastro, come titolava la NZZ? “All'interno della delegazione delle finanze non abbiamo avuto l'impressione che si stia correndo il rischio di un disastro, mi sembra esagerato” dice ad esempio ancora Schneider Schüttel. Più prudente è invece Rocco Cattaneo: “Beh, diciamo che il pericolo c'è, perché sono molti i progetti che occorre portare avanti allo stesso tempo, bisognerà pertanto senz'altro correre ai ripari”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fabien Fivaz: “Bisognerà vedere. In effetti il progetto che tocca il comando dell'esercito è enorme, costa miliardi. Il rischio è che se alla fine non dovesse funzionare o non dovesse essere operativo come voluto, sarebbe appunto l'intero comando ad avere un problema”.

A questo punto tutti attendono con interesse il messaggio governativo sull'esercito 2023, atteso nei prossimi mesi.

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