Tutte le verifiche sull'origine delle opere della collezione Gurlitt, che sono state lasciate al Kunstmuseum di Berna, saranno effettuate e pagate dalla Germania. Sembrerebbe un accordo perfetto per il museo, ma non secondo Andrea Rascher, già responsabile del servizio giuridico dell'Ufficio federale della cultura e oggi consulente privato in questioni relative all'arte trafugata.
Intervistato dal Franco Cristini per il Radiogiornale, l'esperto evidenzia come restino dei dubbi sulla volontà elvetica (dell'istituzione, del cantone e della Confederazione) di assumere le responsabilità legate all'ingombrante eredità. Si dovrebbe fare di più della semplice intenzione di creare un centro di ricerca, sostiene Rascher. Nel complesso, però, il suo giudizio è positivo: un museo svizzero collabora con le autorità tedesche, ha accettato i principi della conferenza di Washington sulle opere trafugate dai nazisti e incluso nell'arte spoliata anche quella che gli ebrei furono costretti a vendere per finanziare la loro fuga.
RG/pon