Le azioni dei militanti per il clima si stanno moltiplicando: dai campi di golf danneggiati, ai blocchi del traffico fino alle opere d'arte prese di mira. Episodi che suscitano discussione, a volte adesione ma a volte anche fastidio.
Queste azioni, tuttavia, aiutano la questione climatica e il movimento ecologista oppure lo danneggiano? "Senza commentare le azioni concrete, voglio dire che la disobbedienza civile fa parte di una democrazia. Senza disobbedienza civile in Svizzera avremmo una centrale atomica in più, non avremmo il canton Giura, non avremmo il servizio civile. Sulla protezione del clima però ora bisogna fare quello che serve agendo a livello politico”, risponde per parte sua Balthasar Glättli, presidente nazionale dei Verdi.
Le azioni dei militanti vogliono richiamare l'attenzione pubblica e mediatica sui temi ambientali oppure bloccare progetti concreti. “A mio avviso – prosegue Glättli – ci sono persone che reagiscono in due modi: c'è chi pensa che queste azioni riportino l'attenzione sul tema, c'è chi invece è irritato perché pensa che incollarsi alla strada non salva il clima”.
Difficile quindi rimanere indifferenti a queste azioni, che infastidiscono molti ma che incuriosiscono altri. “Certo si vuole fare arrabbiare e far riflettere una parte della popolazione, ma (con queste azioni, ndr ), si ci si rivolge anche a chi si mobilita, a chi è d’accordo con queste iniziative e ha l’impressione che bisogna fare di più e che si debba fare uscire questa sofferenza individuale e questa rabbia collettiva”, commenta Sandro Cattacin, sociologo dell’Università di Ginevra.
Ma queste azioni avranno un'influenza elettorale? I Verdi, in quanto partito, per il momento arretrano nei sondaggi ma al contrario le stesse organizzazioni militanti segnalano un aumento di simpatizzanti.