Svizzera

La lana della vergogna

Il traffico di scialli di shathoosh, prodotti uccidendo antilopi tibetane in via di estinzione, è in piena espansione in Svizzera e preoccupa le autorità

  • 28 gennaio 2020, 22:45
  • 22 novembre, 20:04
03:06

RG 18.30 del 28.01.2020: il servizio di Ludovico Camposampiero

RSI Info 28.01.2020, 19:28

  • reuters
Di: Ludovico Camposampiero 

Una settantina di scialli di lana shahtoosh sono stati sequestrati in pochi mesi in Svizzera, riferisce martedì l’Ufficio federale di sicurezza alimentare e veterinaria (USAV). Si tratta di indumenti estremamente costosi, il cui commercio è però vietato in quanto per produrre un solo scialle è necessario uccidere diverse antilopi tibetane, animali minacciati di estinzione.

I sequestri sono avvenuti sull’arco di un paio di mesi: da dicembre a gennaio. 11 di questi scialli sono stati trovati nel bagaglio di una viaggiatrice all’aeroporto di Belp mentre una donna ha tentato di introdurne illegalmente altri 15 passando dalla dogana di Castasegna e anche all’aeroporto di Ginevra ne sono stati sequestrati diversi.

Il traffico illegale di questi indumenti è in crescita in Svizzera e preoccupa le autorità federali, conferma Mirjam Walker, direttrice della sezione controlli dell'USAV: "Ogni anno confischiamo molti di questi scialli di lana shathoosh nel periodo invernale. Abbiamo rafforzato i controlli in vari punti, ma è inquietante constatare che continuiamo a sequestrarne così tanti. Questo significa che il commercio è florido".

L'USAV è responsabile dei sequestri e della conservazione di prodotti derivati da animali rari, protetti dalla convenzione CITES sulle specie in via di estinzione. "Questi indumenti e altri prodotti animali vengono conservati da noi a Berna, ma a volte vengono impiegati per motivi di formazione", aggiunge Mirjam Walker.

Esemplari ridotti del 90% in cento anni

Estremamente morbida e calda, la lana shathoosh è considerata la più pregiata al mondo e uno solo di questi scialli può costare fino a 25’000 franchi. Viene però ricavata uccidendo le antilopi tibetane, animale selvatico in via di estinzione proprio a causa del commercio di questi capi di abbigliamento. Il numero i queste antilopi è diminuito del 90 per cento negli ultimi 100 anni e ora al mondo ne restano solo 75'000 esemplari.

Per un solo scialle è necessario abbattere fino a 5 animali; per realizzare i 69 scialli sequestrati in questi mesi, quelli uccisi sono stati circa 300.

La Svizzera, prosegue Mirjam Walker, è un paese di forte importazione di questi indumenti: "Il potere di acquisto è elevato e molti luoghi sono frequentati da persone agiate, per questo intercettiamo molti di questi scialli. L'USAV è inoltre molto attivo nel contrastare questi traffici, garantendo una formazione specifica ai collaboratori dell'amministrazione federale delle dogane".

Cani contro i trafficanti

Oltre a funzionari e guardie di confine, sul campo vengono impiegati speciali cani addestrati a riconoscere migliaia di odori, spiega da parte sua Nadia Passalacqua, portavoce dell'Amministrazione federale delle dogane: "Ci avvaliamo dell'impiego di varie unità cinofile su tutto il territorio, con al loro interno cani specializzati nella ricerca di specie di animali rare protette dalla convenzione CITES, come ad esempio le antilopi da cui si ricavano questi scialli".

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Agenti speciali Jack e Oba

RSI/Ludovico Camposampiero e Fabio Salmina 30.07.2018, 07:30

La punta dell’iceberg

Scialli la cui importazione viene punita con multe salate, ma i ritrovamenti in Svizzera sono solo la punta dell’iceberg di un mercato nero estremamente redditizio, che può essere contrastato solo con un coordinamento e una collaborazione fra le autorità a livello internazionale. Sia attraverso azioni repressive, sia sensibilizzando i potenziali acquirenti.

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