Il Consiglio nazionale, nell'ultimo giorno della sessione estiva delle Camere, ha rifiutato tacitamente di dare seguito a una petizione di una classe di scolari bernesi, che chiedeva di vietare esplicitamente la sberla "educativa" nel diritto elvetico. Secondo i deputati, le norme attuali sono sufficienti per lottare contro questa forma di violenza. La giurisprudenza del Tribunale federale considera già la forza, e le punizioni corporali in particolare, come forma educativa incompatibile con il benessere del bambino. Lo schiaffo può già essere perseguito penalmente, anche d'ufficio se reiterato.
Il caso non è chiuso: resta pendente una mozione della socialista zurighese Chantal Galladé, che chiede a sua volta un divieto esplicito anche della sculacciata. Il comitato dell'ONU sui diritti umani ha già deplorato l'assenza di regole specifiche nella Confederazione. Nella scia della Svezia, pioniera in materia, ne hanno introdotte 47 paesi.
pon/ATS