Lavorare anche dopo i 65 anni. Quella che - con un mercato del lavoro a corto di personale - è una richiesta ricorrente da parte del mondo imprenditoriale, ha trovato un po’ a sorpresa il sostegno anche da parte di Pro Senectute, organizzazione attiva in favore degli anziani. Ma Alexander Widmer, responsabile Innovazione e Politica dell’associazione, mette subito in chiaro: “Non siamo favorevoli a un aumento dell’età del pensionamento, ma crediamo che chi vuole ed è in grado di lavorare più a lungo debba poterlo fare”. Per Widmer si tratta di guardare in faccia la realtà e lui constata un cambiamento culturale: la soglia dell’età AVS per molti non significa più la fine brusca dell’età lavorativa.
Gli ostacoli sono però ancora molti: la rigidità della legge, ma anche una politica aziendale che, in molti casi, non considera a sufficienza i lavoratori anziani come una risorsa. L’Unione svizzera degli imprenditori e Pro Senectute hanno quindi formulato cinque raccomandazioni.
“Le prime due - spiega Widmer - sono di natura politica e finanziaria, per rendere più interessante in termini di rendita AVS lavorare volontariamente oltre i 65 anni. Gli altri tre punti sono rivolti alle aziende, affinché ridefiniscano il concetto di carriera, offrano soluzioni di impiego parziale o di formazione continua interessanti anche per i lavoratori più anziani”.
Tutto ciò con una linea rossa invalicabile tracciata da Pro Senectute: lavorare più a lungo deve rimanere una scelta volontaria.
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