A quattro anni di distanza dal 14 giugno del 2019, quando mezzo milione di persone scesero in piazza, le donne svizzere si mobilitano nuovamente oggi, mercoledì. L'uguaglianza salariale è al centro delle rivendicazioni di questo che viene definito uno "sciopero femminista", ma non è l'unica: le donne sono svantaggiate da un forte divario pensionistico, continuano a farsi carico di gran parte del lavoro familiare e di cura, non retribuito, e sono ancora confrontate a comportamenti molesti, sul posto di lavoro come altrove.
Contro questo fenomeno "si impongono misure sistematiche su scala nazionale", secondo la consigliera nazionale Sibel Arslan, affinché la Confederazione rispetti davvero la Convenzione di Istanbul contro la violenza domestica e sulle donne, che ha ratificato nel 2017.
A questo proposito in particolare si mobilitano per maggiore tolleranza anche le associazioni che raggruppano transessuali e persone non binarie.
Azioni di protesta sono previste a diverse ore e si terranno manifestazioni nel pomeriggio in tutto il Paese, anche nelle scuole (qui il programma). In Ticino il corteo si terrà a Bellinzona dalle 17.30.
RG 07.00 del 14.06.2023 Il servizio di Maria Jannuzzi
RSI Info 14.06.2023, 08:24
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La disparità salariale
Stando a Travail.Suisse, la parte "non spiegata" dello scarto salariale fra uomini e donne ammonta ancora all'8-9%, pari a 9'412 franchi in media all'anno. Non è così secondo l'Unione svizzera degli imprenditori, che ha commissionato uno studio all'Università di San Gallo. Stando ai risultati, oltre il 99% delle 615 ditte prese in esame rispetta la legge sulla parità di genere e corrisponde un salario uguale a parità di impiego. Solo in tre hanno superato la soglia di tolleranza del 5% stabilita dalla Confederazione. L'organizzazione riconosce tuttavia misure che favoriscano l'accesso delle donne anche a professioni cosiddette maschili, che permettano di concliare vita professionale e privata e che facilitino le carriere, evitando che siano rallentate o interrotte per esempio da una gravidanza. I dati dello studio sono contestati dai sindacati, che li ritengono molto parziali.
Perché il 14 giugno
È la data anche del primo sciopero nazionale delle donne, quello del 1991. Di dieci anni prima era l'articolo costituzionale sulla parità fra uomo e donna.
In Parlamento
In questa giornata la questione approda anche sui banchi del Parlamento, con un dibattito speciale. C'è da discutere tutta una serie di atti parlamentari, provenienti sia dai banchi della sinistra che da quelli della destra, e che vanno a toccare non solo il tema della disparità salariale ma anche quello delle discriminazioni.
Modem del 14.06.2023: lo sciopero femminista
RSI Info 14.06.2023, 12:21