Quali motivazioni hanno indotto il voto a favore o contro l'iniziativa "Per l'autodeterminazione"? Intorno a questo quesito ruotava l'exit-poll online attivato, durante questo weekend, sui portali d'informazione della SSR. La modifica costituzionale è stata, come ormai risaputo, respinta da tutti i cantoni e dal 66,2% dei votanti. Si tratta ora, in base alle risposte espresse dai partecipanti al sondaggio, di provare a fare il punto sulle ragioni delle scelte, sia fra i contrari, che fra i favorevoli.
UDC contro tutti
Dai risultati dell'exit-poll (elaborati da gfs.bern subito dopo la chiusura del sondaggio alle 16.00 di domenica) emerge un primo dato significativo: l'iniziativa, in buona sostanza, ha fatto il pieno di consensi (96%) unicamente fra gli interpellati simpatizzanti dell'UDC, il partito promotore del testo. Fra i ranghi dei sostenitori del PLR e del PPD, le percentuali a favore sono invece risultate decisamente più ridotte. L'opposizione al testo è stata invece praticamente compatta fra i simpatizzanti dell'area di sinistra.
Ma veniamo alle motivazioni espresse dall'uno e dall'altro campo. Fra i favorevoli al testo ha primeggiato un "sì" per principio alle iniziative proposte dall'UDC, qualificata come partito che sa quello che fa. Segue, in ordine di importanza, l'idea di un testo volto a rafforzare la sicurezza del diritto e la stabilità. Terza, nella graduatoria, la convinzione per cui ciò che vale in Svizzera debba essere deciso dall'elettorato elvetico.
Le motivazioni
Quindi, le ragioni dei contrari. A primeggiare, e in larga misura, è stato un "no" dettato dall'idea di un'iniziativa tale da mettere in pericolo le nostre relazioni con l'estero. Un significativo numero di interpellati ha messo quindi in evidenza il rischio, per la Confederazione, di perdere la sua reputazione di paese negoziatore affidabile. Segue, più a distanza, il timore che i cittadini e le imprese della Svizzera, nel caso di un'uscita dalla Convenzione europea dei diritti umani (CEDU), finiscano per perdere protezione di fronte a decisioni arbitrarie.
Diritti a confronto
Ma come si sono caratterizzate le opinioni dei partecipanti al sondaggio, circa l'idea di una preminenza del diritto svizzero su quello internazionale? Questa convinzione, stando agli esiti dell'exit-poll, risulta condivisa solo dal 35% degli interpellati. Il 17% ha invece un parere diagonalmente opposto. A prevalere invece (45%) è l'idea per cui debba essere data priorità ad un diritto rispetto all'altro, a dipendenza delle situazioni.
Al sondaggio online, che presenta un margine d'errore del 2,5%, hanno complessivamente partecipato quasi 9'300 persone.
Alex Ricordi - Jona Mantovan