Svizzera

L'emergenza climatica non giustifica i danni

Per il Tribunale federale non si possono riconoscere "motivi onorevoli" a chi compie reati per la causa ambientale - Sconfessata la giustizia ginevrina

  • 3 maggio 2023, 13:03
  • 20 novembre, 11:23
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Un amarcia per il clima svoltasi a Ginevra nel 2019

  • archivio Keystone
Di: ATS/Red.MM 

Un uomo che nel 2018, durante una marcia per il clima a Ginevra, aveva dipinto mani rosse sulla facciata di una banca deve essere condannato più severamente: lo ha stabilito il Tribunale federale (TF), secondo il quale l’imputato non può far valere “motivi onorevoli” per giustificare la sua azione.

I giudici di Mon Repos, in una sentenza del 30 marzo pubblicata oggi, mercoledì, hanno così accolto il ricorso della Procura, annullando il verdetto del Tribunale cantonale, che aveva condannato l’attivista a una multa di 100 franchi poiché il procedimento era durato a lungo e riconoscendogli l’attenuazione della pena concessa in applicazione dell’articolo 48 del Codice penale. Disposizione che prevede la possibilità di mitigare la pena se l'autore del reato ha agito ad esempio per "motivi onorevoli", "in stato di grave angustia" e "cedendo a una violenta commozione dell'animo scusabile per le circostanze o in stato di profonda prostrazione".

Per l’Alta Corte, tuttavia, l’attenuazione concessa in questo particolare caso viola il diritto federale. Secondo il TF, per valutare se un reato sia stato commesso per motivi onorevoli è necessario fare riferimento ai valori etici generalmente riconosciuti. La preoccupazione per gli effetti del cambiamento climatico e la necessità di adottare rapidamente misure per ridurre i gas a effetto serra è innegabilmente una preoccupazione onorevole. Le azioni politiche degli attivisti per il clima hanno un carattere idealistico e altruistico, in quanto mirano a sensibilizzare la popolazione. In ogni caso però, si legge nella sentenza, il carattere onorevole va escluso se azioni violente portano a danni alla proprietà o a un pericolo per terzi.

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Diritto messo in discussione

In uno Stato di diritto come la Svizzera, che offre ampie garanzie nell'ambito dei diritti politici e della libertà di espressione, tali azioni non possono essere giustificate da ideali politici, hanno sottolineato i supremi giudici federali.

Secondo il TF, va anche tenuto conto del fatto che gli appelli alla resistenza civile, talvolta lanciati durante le azioni per il clima, possono essere finalizzati a mettere in discussione la legittimità democratica del diritto, in particolare del diritto penale.

Le azioni degli attivisti per il clima non possono quindi essere considerate a priori come espressione di valori etici sostenuti dall'intera popolazione o perlomeno da una maggioranza.

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Attenuazione della pena non esclusa

A determinate condizioni, un'attenuazione della pena dovuta a motivazioni onorevoli può essere presa in considerazione nel caso di azioni non violente, come un sit-in di protesta di breve durata sulle strade, senza interruzione del traffico o messa in pericolo della sicurezza pubblica. Tuttavia, nella fattispecie, in considerazione dei danni alla proprietà commessi, alla base dell'obiettivo perseguito non c'è un motivo onorevole, scrive il TF.

Durante una "Marcia per il clima" a Ginevra nel 2018, l'attivista, insieme ad altre persone, si è staccato dal corteo e ha dipinto mani con vernice rossa sulla facciata di una banca. Il Tribunale cantonale di Ginevra ha condannato l'uomo per danneggiamento nel marzo 2022.

Il Tribunale federale non ha ritenuto rilevanti i danni causati, per un totale di 2250 franchi. Tuttavia, a suo avviso non si tratta nemmeno di un pregiudizio trascurabile. Per i danni, l'imputato è stato condannato a pagare 410 franchi.

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